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BOLOGNA, 21 FEBBRAIO 2012 – Non bastava l’inquinamento, ora anche la golosità dell’uomo mette a repentaglio la vita dei grandi mammiferi marini in via d’estinzione.
Ad essere in pericolo sarebbero balenottere, beluga, delfini, ma anche foche, trichechi e addirittura orsi polari. Il trend in crescita costante: le nazioni in cui ci si ciba di questi animali sono passate dalle 107 del 1981 alle 125 di oggi. A rivelarlo è stato lo studio della Wildlife Conservation Society (WCS) e dell’Okapi Wildlife Associates, che vedono le cause principali di ciò nell’aumento vertiginoso della popolazione mondiale, nella diffusione della povertà e nell’esaurimento delle riserve ittiche.
«Il nostro studio evidenzia un’escalation nell’uccisione di piccoli cetacei presi durante le attività di pesca a partire dal 1970», affermano gli autori: «Dove il consumo è collegato alla sicurezza alimentare e alla povertà, abbiamo spesso riscontrato che gli animali catturati per sbaglio vengono poi uccisi di proposito».[MORE]
Sarebbero ben 87 le specie di mammiferi marini che stanno rischiando di scomparire, ma il problema non riguarda solo i paesi poveri. Anche nei civilissimi Stati Uniti, Canada e Giappone, ad esempio, la carne di questi mammiferi è spesso considerata una prelibatezza. Questo studio suggerisce di muoversi subito per evitarne l’estinzione. Se non altro per scongiurare gli effetti nefasti che ciò avrebbe sull’intera catena alimentare.
Marika Di Cristina