A che servono questi quattrini?
TeatrOggi: va di scena... Calabria

A che servono questi quattrini?

lunedì 12 marzo, 2012

RENDE (CS), 12-03-2012. Il grande teatro di tradizione napoletana è arrivato al Teatro Auditorium Unical, impersonato da un attore e regista che porta uno dei nomi più “ingombranti” del mondo dello spettacolo partenopeo e italiano: Luigi De filippo. Il figlio di Peppino, che vanta una carriera decennale nel cinema, in televisione e soprattutto nel teatro, dirige e interpreta una delle commedie che hanno reso famosi i grandi fratelli De Filippo, Eduardo e Peppino. Scritta da Armando Curcio e andata in scena per la prima volta nel 1940 al Teatro Quirino di Roma, è stata anche oggetto di una trasposizione cinematografica nel 1942, con la regia di Esodo Pratelli e sempre interpretata dalla celebre coppia.


Vi si narrano le vicende del marchese Eduardo Parascandoli che, diventato serenamente povero, da ricco che era, è un seguace accanito della filosofia stoica. Insegna il disprezzo per i beni materiali ai suoi seguaci, tra i quali vi è il fedele Vincenzino Esposito. Eduardo Parascandoli, chiamato nel quartiere O’ Professore, fa credere a tutti, compreso l’ingenuo Vincenzino, che quest’ultimo ha ereditato una cospicua somma di denaro. Il suo scopo però, è dimostrare che i soldi non servono realmente, e che basta la fama della ricchezza per essere preso in considerazione. Infatti, attraverso situazioni divertenti, ci riesce e anzi dimostra che per guadagnare del denaro non occorre né lavorare (il lavoro secondo la prospettiva del Professore non nobilita per nulla l’uomo, poiché lo distrae dall'alto pensare), né disporre di capitali, ma basta essere furbi.[MORE]


Luigi De Filippo è l’interprete ideale di questa classica commedia che riporta a teatro una tradizione tutta napoletana e in gran parte legata al nome, appunto, dei De Filippo, e che ha visto nello zio Eduardo il suo più illustre rappresentante (anche se la riduzione teatrale qui vista è firmata dal padre Peppino). Tutto lo spettacolo è all’insegna della tradizione, a iniziare dalle interpretazioni degli attori, in particolare il protagonista Luigi De Filippo e il coprotagonista Paolo Pietrantonio, rispettivamente nei ruoli che furono di Eduardo e Peppino, con il primo che allo zio rimanda anche in talune espressioni e movenze - ma bravi e in parte sono tutti gli interpreti. E ancora nel solco della classicità si collocano tutti gli aspetti della messinscena: la musica che introduce e accompagna la pièce, la divisione in due parti che rimarca il cambiamento di Vincenzino da una condizione a un’altra distinta e mutata, quest’ultima evidenziata anche dalle scenografie, con il passaggio dalla casa povera di Vincenzino a quella ricca della fidanzata. Un ricorso alla tradizione che forse è anche il limite di queste operazioni, quasi non si riuscisse ad andare oltre quel mondo rappresentato sempre uguale e sempre fermo a quegli anni ’50 che costituiscono la data di riferimento degli eventi narrati. E allora assume grande rilevanza un testo che mantiene una sua lucida attualità nelle tematiche che affronta, sull’importanza dell’essere e dell’apparire, sul valore del denaro e in ciò che rappresenta («Il denaro è un imbroglio» dice più di una volta O’ Professore), sui soldi che non assicurano la serenità… E così di fronte agli affanni causati dal caro vita e dai debiti A che servono questi quattrini? suggerisce un atteggiamento stoico, ben condensato nella battuta ricorrente «E che m’importa?», innalzata a vera e propria regola di vita.

Tra l’altro il tema del denaro è stato una delle costanti di molte delle pièce viste in questa prima stagione del nuovo Teatro dell’Università degli studi della Calabria, in modo esplicito e diretto (L’Affarista, L’Avaro) o legato al tema delle apparenze borghesi (Il piacere dell’onestà) o infine in un drammatico connubio con una criminalità che soffoca un intero territorio e i suoi abitanti (Gomorra).


L’ultimo appuntamento della prima stagione teatraleINCONTRIAMOCIATEATRO del Teatro Auditorium Unical sarà il 28 e 29 Aprile con Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti in Niente progetti per il futuro, testo - vincitore del Premio Flaiano 2009 - e regia di Francesco Brandi (lo spettacolo era previsto lo scorso Gennaio, ma era saltato a causa degli scioperi che in quei giorni avevano bloccato gran parte della viabilità d’Italia e del Sud in particolare). Info: http://www.teatrostabilecalabria.it, www.unical.it (Foto da www.teatro.org)

Tommaso Spinelli
 


Autore
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