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LONDRA, 4 MARZO - Bradley Manning, il militare informatico ventitreenne accusato di aver rubato migliaia di file segreti e di averli trasmessi a WikiLeaks, potrebbe rischiare la pena di morte se fossero confermate le accuse. Tra i 22 nuovi capi d’imputazione, il più grave, la “collusione con il nemico”, è punibile con la pena capitale, anche se il procuratore militare ha fatto sapere di non volerla richiedere.[MORE]
L’articolo 144 del Codice militare americano prevede che “chi fornisce intelligence o comunica, direttamente o indirettamente, con il nemico” è punibile “con la morte o con un’altra punizione decisa da una corte marziale o da una commissione militare”.
Sono più di 250 mila i rapporti confidenziali del Dipartimento di Stato che, secondo l’accusa, sarebbero stati passati da Manning a WikiLeaks, molti dei quali contenevano informazioni riservate sulle guerre in Iraq e Afghanistan.
Manning dal luglio 2010 è detenuto in isolamento nel carcere della base di Quantico, in Virginia, in attesa della Corte Marziale. Le condizioni di detenzione del giovane analista sono state denunciate a gennaio da Amnesty International in una lettera al Segretario della Difesa, Robert Gates. Secondo l’organizzazione umanitaria, le restrizioni cui Manning è sottoposto risultano “inutilmente dure e punitive” e violerebbero la Convenzione Internazionale sui diritti civili e politici, ratificata anche dagli Stati Uniti nel 1992.