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MILANO, 10 OTTOBRE 2013 - Vietnam, 2013: l'invasione occidentale ha cambiato volto. Il nemico arriva dal mare, come all'epoca dell'Indocina francese di Napoleone III o come i cacciatorpediniere della Marina USA negli anni '60. Ma questa volta ma non ci sono eserciti da combattere. La minaccia dalla quale il paese asiatico deve difendersi oggi è quella dell'ecomafia internazionale.
A causa di una legislazione ancora molto carente in termini di tutela ambientale, il Vietnam è entrato nel mirino dei trafficanti di rifiuti e rischia di diventare uno dei principali stati-discarica del mondo industrializzato. Migliaia di tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, sbarcati da navi provenienti dall'Europa e dagli Stati Uniti, continuano a penetrare nel paese tramite i porti “colabrodo” di Hai Phong, Quang Ninh e Ho Chi Minh City. Si tratta soprattutto di rottami di metallo, raee, prodotti chimici, nylon, plastica, pneumatici e batterie al piombo usate. Ecco il nuovo invasore con il quale il Vietnam deve fare i conti in un momento particolarmente difficile della sua storia, tra il rallentamento della crescita economica e l'arrivo implacabile della crisi globale.
Ciarpame che vale oro
Una normativa ambigua, che non distingue in modo netto i rifiuti dagli scarti riutilizzabili per la produzione, rende l'ingresso di materiale tossico-nocivo in Vietnam poco più che un gioco da ragazzi. Il trucco utilizzato per aggirare la legge sulla protezione dell'ambiente è noto alle polizie internazionali: i rifiuti pericolosi arrivano nel sud-est asiatico spacciati per materie prime. È così che alcune aziende occidentali, nascoste dietro società “fantasma” già fallite o addirittura inesistenti, riescono ad inviare in Vietnam molti materiali di scarto la cui esportazione non sarebbe consentita. Una volta giunti sul posto questi rifiuti vengono in parte rilavorate in sudici laboratori sparsi nelle province più povere del paese ed in parte dispersi nelle campagne, senza alcuna precauzione. Quasi sempre, per convincere gli imprenditori locali a ricevere molti container zeppi di ciarpame di varia natura, bastano le piccole quantità di oro, argento, piombo e mercurio che si trovano all'interno delle vecchie apparecchiature elettroniche. Un pericoloso baratto che fa risparmiare milioni di dollari agli imprenditori disonesti che abbattono in questo modo i costi di smaltimento, arricchisce i trafficanti di veleni, ma può causare danni gravissimi all'ambiente e alla salute umana. Eppure sull'incidenza delle malattie collegate al traffico illecito di rifiuti in Vietnam non esistono ancora dati certi. Solo di recente il Segretario Generale della Vietnam Electronic Industries Association, ha lanciato l'allarme sulla pericolosità rappresentata dalle enormi quantità di rifiuti tossico-nocivi arrivati nel paese. La salute di molti vietnamiti sarebbe più che mai minacciata dal moltiplicarsi delle malattie respiratorie e dai tumori, senza contare i gravi problemi alla pelle provocati dal contatto diretto con le sostanze tossiche arrivate dall'Occidente.
Italia-Vietnam, sola andata
A settembre del 2009 è stato sequestrato nel porto di Ancona un container contenente pneumatici fuori uso. La documentazione relativa ai 22.520 chili di gomma, spediti da un esportatore di Chieti e destinati ufficialmente ad una società malese, ha subito insospettito i funzionari dell'Ufficio delle Dogane del capoluogo marchigiano. Si è scoperto così che la reale destinazione era il Vietnam, paese verso il quale, a differenza della Malesia, non sono consentite spedizioni di questo genere di scarto. Ma non si tratta di un caso isolato. Come alcuni sequestri effettuati nel corso degli ultimi anni hanno dimostrato, anche l'Italia contribuisce all'offensiva dei trafficanti di rifiuti verso il sud-asiatico. Sempre nel 2009, ad ottobre, circa 124 tonnellate di rifiuti speciali destinati al Vietnam sono state individuate della Guardia di Finanza nel porto di Taranto. Il materiale, la cui destinazione dichiarata era la Corea, era composto da plastica, scarti della lavorazione della gomma e pneumatici fuori uso. Due baresi, un imprenditore e un intermediario che si occupava delle spedizioni, sono stati denunciati all'autorità giudiziaria. Infine, sempre a Taranto, l’Agenzia delle Dogane ha bloccato nel 2010 oltre 160 tonnellate di rifiuti speciali (ritagli di tessuti), pronti per essere spediti in Vietnam. La merce, non in regola con la documentazione di viaggio, era identificata come “materia prima secondaria”.
L'invasione dei rifiuti stranieri
L'assalto dell'ecomafia al sud-est asiatico è stato definito ormai «fuori controllo» da alcune fonti di stampa locale. Le stesse autorità di Hanoi hanno ammesso di non essere in grado di arginare l'invasione dei rifiuti stranieri. Solo negli ultimi cinque anni infatti, sono stati più di duecento i casi di importazione illegale scoperti in Vietnam. Oltre tremila tonnellate di materiale plastico, diecimila tonnellate di rottami e seimiladuecento di batterie al piombo usate, sono state intercettate e rispedite al mittente. Ma purtroppo, come ha dichiarato il Vice Ministro dell'Ambiente Bui Cach Tuyen, il numero dei sequestri e dei rimpatri della spazzatura occidentale è «insignificante» rispetto alle dimensioni di questa nuova invasione. Si pensi alle duecentomila tonnellate di rottami di metallo giunti in Vietnam nel 2008 attraverso i confini meridionali o ai seicento container pieni di rifiuti pericolosi fermi da mesi nel porto della città di Dinh Vu. Tutta merce ritenuta scomoda, spedita da società inesistenti di Hong Kong e di cui nessuno ha voluto rivendicare la proprietà.
Ultimamente, la drammatica urgenza di mettere un freno all'arrivo dei rifiuti pericolosi stranieri sta spingendo il governo di Hanoi a creare nuove norme per contrastare questi traffici illeciti mascherati. Un bozza di decreto legge, attualmente allo studio del Ministero dell'Ambiente, prevede delle sanzioni molto più severe per i responsabili di reati ambientali. Sono inoltre in arrivo delle disposizioni per regolare la quantità di rifiuti esteri ritenuti accettabili, nonché una lista precisa dei materiali che potranno essere importati legalmente per il riciclaggio.
(Foto: vietnamnews.vn)
Massimiliano Ferraro [MORE]