Venezia, invocano Allah in stazione: trovate pietre e machete negli zaini
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VENEZIA- A destare sospetti alle quattro e trenta della domenica mattina del 31 luglio è stato un gruppo di stranieri composto da tre uomini e tre donne inginocchiati a pregare verso La Mecca, nella stazione ferroviaria del capoluogo veneto.[MORE]
A notarli è stata una guardia giurata che, insospettita, ha chiamato la Polizia. Al vedere il sorvegliante, il gruppetto si è dato alla fuga, ma le volanti e gli uomini della Digos li hanno inseguiti e sono riusciti a prendere due componenti.
O.A., un quarantanovenne tedesco in possesso di una carta d’identità turca e un permesso di soggiorno tedesco intestato ad un’altra persona, e A.K., di ventiquattro anni, con passaporto turco ma residente in Slovenia per motivi di studio.
I sospetti della guardia giurata si sono rivelati del tutto fondati, poiché nello zaino di O., perquisito dalla polizia, sono stati trovati un machete e delle pietre, una anche di notevole dimensione
Come citato dalle fonti, l’uomo si sarebbe difeso dicendo:” La pietra non so come sia finita qui. Il machete mi serviva per celebrare la festività islamica del sacrificio”.
Iniziate subito le ricerche per rintracciare i quattro fuggitivi del gruppo, con l’intervento dello Scip e il servizio centrale antiterrorismo, che hanno cominciato una cooperazione con la Polizia tedesca e slovena per avere maggiori informazioni.
Le autorità tedesche hanno inviato tutta la documentazione in loro possesso su O., corredata da una foto. Tuttavia, la polizia italiana si è accorta che la persona nella foto e O. non sono le stesse.
L’uomo, sconosciuto anche alle diverse banche dati, è stato arrestato con l’accusa di false attestazioni a pubblico ufficiale sull’identità personale, e denunciato per la detenzione del machete.
(foto da a1.am)
Eleonora Ranelli