Sfratto degli artisti del Tacheles: chieste le dimissioni del sindaco
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A giorni lo sfratto degli artisti del Tacheles: le chiavi alla città di Berlino e chieste le dimissioni del sindaco.
Roma 23 giugno 2012 - Mercoledì 20 giugno il tribunale di Berlino ha emesso un ordine di sfratto nei confronti degli artisti del Kunsthaus Tacheles. Si aspettava l’arrivo della polizia già nella giornata di oggi, ma il Tribunale deve ancora emettere l’autorizzazione a procedere, cosa che avverrà probabilmente nei prossimi giorni.
Il braccio di ferro tra il centro artistico indipendente e la banca proprietaria dell’edificio, nonché gli investitori che le gravitano attorno è giunto a termine, dopo quattro anni di intensa resistenza.
Gli artisti del Tacheles stanno svuotando i propri atelier e gli spazi espositivi comuni, per mettere in salvo i lavori di anni di attività, l’archivio di un centro d’arte presente e attivo da più di due decenni a livello internazionale. L’assedio è finito.
Il supporto della città di Berlino, nello specifico del sindaco nonché Senatore alla Cultura Klaus Wowereit non è mai stato presente, nonostante il Tacheles rappresenti per il quartiere Mitte e per la città tutta una risorsa enorme. [MORE]
Gli artisti del Tacheles, come spiegato nel comunicato stampa di oggi, hanno deciso di consegnare le chiavi delle casa al sindaco Wowereit. “Cediamo il Tacheles alla città, il cuore creativo di Berlino chiude le sue porte e la responsabilità di questo risiede solamente nella connivenza della politica con gli interessi commerciali degli investitori coinvolti nella compravendita del Tacheles e del terreno circostante”.
Sono infatti diversi i nodi che imbrigliano la verità nell’intricata storia delle trattative legate agli investimenti privati nell’area in cui si trova il Tacheles. Primo tra tutti, un’asta pubblica attraverso cui la banca HSH Nordbank, creditrice del precedente proprietario andato in fallimento, dovrebbe vendere la proprietà. Tale asta non ha ancora avuto luogo eppure i nomi dei futuri investitori girano già da diverso tempo. Membri del Partito dei Pirati, gruppo politico che ha supportato recentemente la causa del Tacheles, hanno aperto un’inchiesta sul caso.
Oltre alle chiavi dell’edificio, questa mattina gli artisti del Tacheles hanno inviato al sindaco una lettera aperta in cui chiedono le sue immediate dimissioni: “le chiavi che Le consegniamo sono il simbolo del conto che la città deve ora pagare a causa della Sua tanto spicciola politica culturale. Nella Sua posizione e per quello che il Tacheles rappresenta da anni anche a livello nazionale, proteggerci sarebbe stato facile. La riteniamo responsabile di quanto è stato deciso in sede di giudizio mercoledì 20 giugno scorso e chiediamo le Sue immediate dimissioni”.
Dopo i numerosi falsi allarmi e tentativi di sfratto degli ultimi quattro anni, è certo che il Tacheles così come in milioni da tutto il mondo lo hanno conosciuto, specchio e allo stesso tempo filtro di una Berlino che cambia rapidamente, pulsante tra le mura di un edificio che troneggia tra anonime pareti di palazzi e ristoranti seriali, è ormai finito.
Ma gli spazi del Tacheles da stamattina sono più vivi che mai: jam sessions, performance, volontà di uscire da quella porta a testa alta. “Mi sento libero” ha detto Jonny, musicista del Tacheles. E questa è la sensazione di molti artisti: “non avere la certezza di cosa succederà da qui a un mese è come vivere sotto assedio, ora possiamo continuare il progetto Tacheles forti di quello che questo posto è riuscito a generare in tutti questi anni”. Della serie, qui finisce, ma non finisce qui.
notizia segnalata da (Claudia Di Giacomo)