Scontri a Roma, la preoccupazione del Coisp per i Tutori dell'Ordine
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“Noi da soli a subire gli effetti di un apolitica inadeguata, inefficiente, menefreghista”.
ROMA 15 OTT. 2011 - “Auto e blindati in fiamme e barricate con cassonetti divorati dal fuoco, vetrine sfondate, fiamme nella sede di alcuni uffici del ministero della Difesa, lancio di oggetti, sassi, sampietrini, petardi e pali contro le Forze dell’Ordine, le solite scene di delirio in una Capitale assediata dalla guerriglia urbana. In strada, come sempre, i tutori della sicurezza soggetti ad ogni sorta di rischio. [MORE]
Roma ne uscirà devastata, uomini e donne in divisa ne usciranno a pezzi. Siamo in balìa del disordine, dell’inefficienza, del caos, dell’improvvisazione, siamo in un’Italia allo sbando, priva di una guida seria, ma in mano a quel che sembra più la caricatura del Governo, i cui gesti sconsiderati generano effetti disastrosi che ormai ogni giorno sono solo le Forze dell’Ordine ad arginare”.
E’ un preoccupatissimo Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, a commentare così il precipitare degli eventi questo pomeriggio a Roma, dove la manifestazione dei cosiddetti indignatos si è presto tramutata, come si temeva, nella sfilata di gruppi di violenti che hanno scatenato il finimondo in città, dove teppisti senza scrupoli si sono mischiati alla folla pacifica.
“Il nostro pensiero - aggiunge Maccari - corre ai colleghi che a Roma stanno vivendo momenti ad altissima tensione, rischiando grosso rispetto alla loro incolumità ed alla carriera. Sappiamo bene che sono nella delicatissima situazione di dover tenere la situazione sotto controllo senza che ci vadano di mezzo i manifestanti pacifici e senza venir additati come coloro che vogliono reprimere il dissenso, senza infuocare ancora di più gli animi dei facinorosi e, beffa delle beffe, sentendosi magari criticare perché non usano il pugno duro per fermare i delinquenti mescolati alla folla. E’ un compito ingrato - conclude Maccari -, un compito infame e difficile, stare lì per il bene dei cittadini e sentirsi attaccare proprio da loro. Stare lì per difendere le nostre Istituzioni e sapere che alcuni che siedono all’interno di alcune di esse tradiscono il loro mandato. Stare lì perché mandati a garantire l’ordine pubblico e, di fatto, essere gli unici a subire gli effetti delle proteste e dell’insofferenza e dell’esasperazione - a volte alterata da delinquenti che cercano solo guai – dei problemi quotidiani di cittadini esausti”.
DI CERTO E’ DA RIVEDERE LA POLITICA ATTENDISTA ED A VOLTE COMPIACENTE NELLA GESTIONE DELL’ORDINE PUBBLICO. NON SI PUO’ PRETENDERE CHE I NOSTRI COLLEGHI SI IMMOLINO IN ATTESA DEL MORTO PER LEGITTIMARE AZIONI DI REAZIONE. DARE LA POSSIBILITA’ DI “SFOGARSI” PUO’ ESSERE LOGICA E “PAGANTE” CON MANIFESTAZIONI DIVERSE E NON CERTO DARE QUESTA POSSIBILITA’ A CHI NON HA UN SERVIZIO DI ORDINE INTERNO ALLA MANIFESTAZIONE, PERCHE’ ORGANIZZATE IN MNIERA RAFFAZZONATA E CHE CONTANO SULLA PARTECIPAZIONE DI MASSE ANCHE GIUSTAMENTE ARRABBIATE.