Sardegna: Cgil,Cisl e Uil si rivolgono a Napolitano affinchè prenda a cuore l'isola
Cronaca Sardegna

Sardegna: Cgil,Cisl e Uil si rivolgono a Napolitano affinchè prenda a cuore l'isola

lunedì 14 novembre, 2011

CAGLIARI, 14 NOVEMBRE 2011 - A pochi giorni dalla manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil che ha portato oltre 60mila persone provenienti da tutta l’isola a scendere in piazza, insieme a tantissimi sindaci, parlamentari e consiglieri regionali, comunali e provinciali di tutta la regione, rappresentanti di tutte le principali vertenze aperte nell'isola, contro le politiche della Giunta Cappellacci, gli animi ancora non si placano. [MORE]

I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil della Sardegna si rivolgono ora al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Le saremo grati se volesse prendere a cuore i nostri problemi e trasmetterli al nuovo Governo, così come vorremmo avere l’opportunità di incontrarLa nella visita che dovra’ fare nei prossimi giorni alla citta’ di Cagliari”questo è quanto scritto da Enzo Costa (Cgil), Mario Medde (Cisl) e Francesca Ticca, chiedono al capo dello Stato di “prendere a cuore” i problemi della Sardegna “Nel momento in cui il paese si appresta a compiere la scelta di un cambio di Governo, affidando questa delicatissima fase ad un esecutivo tecnico istituzionale, Le chiediamo un impegno a porre rimedio ad un’ingiustizia che si sta compiendo in sfavore del Popolo Sardo. E’, infatti, dal 2010 che ci vengono negate le risorse previste dall’articolo 8 del nostro Statuto e dall’intesa Stato-Regione: sono risorse importanti, circa 800 milioni di euro su base annua, che sono indispensabili per poter avviare una nuova stagione di sviluppo e di rinascita e per poter creare quelle opportunità di lavoro che mancano”.

I sindacati, oltre alla “vertenza entrate” con lo Stato, focalizzano la loro attenzione sul problema del mancato riconoscimento della condizione di insularità, e a tal proposito ricordano i sindacati. “La Sardegna e’ l’unica regione italiana a non avere regioni contigue, ad essere tagliata fuori dalle importanti reti transeuropee, a non avere riconosciuto il diritto alla mobilità delle persone e delle merci”, “Siamo anche la regione che ha una dotazione infrastrutturale del 50% inferiore alla media nazionale, con un apparato industriale paurosamente ridimensionato e il tasso di disoccupazione totale e soprattutto giovanile (38,8%) tra i più alti d’Italia e d’Europa".
 

Sara Marci


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