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ROMA, 15 FEBBRAIO 2014 – Nella Repubblica Centrafricana, dove è in corso da circa un anno la guerra civile tra cristiani e musulmani - «una crisi di proporzioni epiche», secondo il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon - altri cinque Paesi dell’Ue, oltre alla Francia da cui è partita l’iniziativa militare, invieranno truppe già da inizio marzo, fornendo all’operazione il loro “sostanziale contributo”.
Al momento hanno aderito la Polonia, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania e la Romania, cui si è aggiunta la Georgia, pur non facendo parte dell’Ue. Mancano l’Italia, la Germania e il Regno Unito, ma il numero delle nazioni coinvolte potrebbe aumentare dopo la seconda riunione dei vertici Ue, che si terrà il 27 febbraio a Bruxelles.[MORE]
Intanto l’Eliseo ha reso noto in un comunicato che la Francia contribuirà con altri 400 militari, elevando così «temporaneamente a 2.000» uomini il suo contingente effettivo in Centrafrica. Per il primo ministro francese Jean-Marc Ayrault, è necessario «un sostegno maggiore degli europei», nonchè «un impegno più forte a livello umanitario».
Appello condiviso dall’Unicef, profondamente preoccupata «per le crudeli violenze che stanno uccidendo e mutilando i bambini» a prescindere dalla loro appartenenza religiosa a comunitaria. «Le brutalità contro i bambini nella Repubblica centrafricana – aveva avvertito già nei giorni scorsi Leila Zerrougui, la rappresentante speciale dell’Onu per i bambini e i conflitti armati - hanno raggiunto livelli senza precedenti, dato che i giovani vengono mutilati, uccisi e decapitati, e la violenza sessuale è dilagante, la comunità mondiale deve utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per fermare il conflitto»
(Foto: nationsonline.org)
Domenico Carelli