Reati squallidi: ricatti sessuali all'ufficio immigrazione
Cronaca Emilia Romagna

Reati squallidi: ricatti sessuali all'ufficio immigrazione

venerdì 16 marzo, 2012

BOLOGNA, 16 MARZO 2012 – “Non vuoi fare l'amore con me? Allora big big problem”, queste le parole con le quali Claudio d'Orazi, assistente capo dell'ufficio immigrazione, intimidiva le sue vittime, donne migranti spesso di origine marocchina. Il secondo atto che macchia le gesta della polizia di Bologna. Dopo gli agenti che aggrediscono i pusher, ecco l'agente che approfitta di extracomunitarie in attesa di permesso di soggiorno. I primi fatti risalirebbero all'aprile 2009, mentre le indagini sono iniziate il settembre 2011. [MORE]

A incastrarlo donne che hanno taciuto il proprio dolore fino ad adesso per troppa paura di vedersi rivoltare contro non soltanto d'Orazi ma anche tutta la restante squadra di polizia. Una delle vittime avrebbe registrato la voce del suo aguzzino al citofono e anche l'audio di un rapporto sessuale. Le registrazioni sono state acquisite agli atti come le registrazioni delle chiamate e degli sms intercettati. A giocare a favore di d'Orazi la quantità enorme di contatti con cui doveva lavorare ogni giorno, occupandosi delle verifiche esterne su convivenza, matrimonio o abitazione. Confermata la custodia cautelare per il rischio di reiterazione del reato.

Giocava la carta dell'espulsione Claudio d'Orazi, l'agente cesenate di 46 anni finito in manette per ricatti sessuali ai danni di donne migranti. A prendere la parola è una delle vittime. “Non volevo denunciarlo. Ero terrorizzata – riporta in uno stralcio il quotidiano Repubblica – Non sapevo con chi parlare, non c'era nessuno che mi proteggesse. Se avessi chiesto aiuto alla polizia, ai suoi colleghi, mi avrebbero creduto?”. La paura non solo di non essere ascoltata, ma addirittura di poter peggiorare la situazione.

A spaventare la vittima anche il suo passato, non certo rose e fiori. Sembra infatti che la donna fosse una prostituta per bisogno. E pare de d'Orazi abbia sfruttato queste informazione a suo pro, sperando di farla franca. Un incubo, quello di Fatima, durato due anni, 826 contatti tra chiamate e messaggi che la vittima ha definito “volgari, mi vergogno a dire com'erano”. Secondo la vittima i rapporti avuti con l'agente sarebbero tre ma, lei stessa, “non si sente di escluderne altri”.

Ma la donna è andata oltre la sua paura per aiutare un'amica nella stessa difficoltà, Fatima. La donna infatti sarebbe entrata in contatto con d'Orazi proprio a casa dell'amica Fatima. Fatima, pur spaventata, avrebbe continuato ad avere rapporti con l'agente per paura di perdere il permesso di soggiorno. Gli ultimi contatti risalgono alla scorsa settimana, quando le donne erano già entrate in contatto con la Squadra Mobile. La paura era che il d'Orazi potesse vendicarsi dopo aver scoperto i colloqui delle donne con la Mobile.

Situazione difficile per la Questura di Bologna, un totale di cinque agenti indagati e due fascicoli sui quali si sta indagando. Il questore Vincenzo Stingone non nasconde che “cinque poliziotti arrestati creano allarme e disagio ma la nostra linea è e resta la legalità. Non nascondiamo la polvere sotto il tappeto”.

Cecilia Andrea Bacci


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