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Oggi il Cantautore e Poeta Walter Perri ci presenta:
Lascia che il vento, è una poesia retrospettiva sulla mia infanzia. In essa ci sono il cortile e le scale della casa popolare dove sono cresciuto ed il boschetto di macchia mediterranea, che ho ancora la fortuna di vedere e visitare, dove, convinto esploratore in erba, mi trovavo spesso con i miei compagni di avventura. La collina “che ha preso le mie ossa” è quella splendida su cui sorge, al mio paese, il cimitero, dove sono sepolti i miei fratelli e i miei genitori. Lascia che il vento è infine la preghiera alla persona che amo, di comprendere le mie assenze (comunque mai irresponsabili) per seguire alcune passioni della vita (la poesia e la musica), con la rassicurazione certa che il vento, puntualmente, avrà cura di riportarmi da Lei.
Lascia che il vento
Lascia che il vento
mi porti via.
Tra gli alberi
e gli arbusti
di questa macchia
che mi ha cresciuto.
Lascia che il vento
mi porti via
e mi sparga dolce,
sulla collina
che ha preso
le mie ossa.
Lascia che il vento
mi porti via.
Da mia madre
e mio padre
di cui non so
più il volto.
Lascia che il vento
mi porti via.
Per questa salita,
questo cortile,
dove tremo ancora
udendo la mia voce.
Lascia che il vento
mi porti via,
per queste scale
polverose e vuote
dove sento ancora
sfregarsi le mie scarpe.
Lascia che il vento mi prenda
nel suo abbraccio.
Il vento è il mio destino.
Io sono suo.
Mi sentirai mentre
lo accompagno,
su questo prato
dove ti ho baciata.
Il vento è il mio destino.
Tu lo sai.
Io sono vento.
E il vento è me.
Walter Perri