Pm, non c'è prova di carenze assistenza su morti Trivulzio
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MILANO, 18 OTT - Non è stata "acquisita alcuna evidenza di condotte colpose o comunque irregolari, causalmente rilevanti nei singoli decessi, in ordine all'assistenza prestata". Lo scrivono i pm milanesi nella richiesta di archiviazione per il caso del Pio Albergo Trivulzio. Anzi, si legge ancora, "con riguardo ai singoli casi, neppure sono state accertate evidenze di carenze specifiche, diverse dalle criticità generali" riguardo le "misure protettive o di contenimento" del Covid "che possono con verosimiglianza avere inciso sul contagio". Manca in sostanza, secondo i pm, la prova del "nesso causale" tra morti e condotte nella rsa.
L'inchiesta milanese, coordinata dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Clerici e De Tommasi, era passata anche per una maxi consulenza nel corso della quale un pool di esperti aveva analizzato oltre 400 cartelle cliniche di pazienti morti o che si erano ammalati nei primi mesi del 2020 nell'istituto milanese per la terza età. Relazione da cui era emersa, comunque, una disorganizzazione e una mala gestione "grave e incapace" dell'emergenza Covid al Pat: dalle mancate diagnosi a pazienti, ospiti e personale, che veniva anche fatto rientrare dalla "malattia" senza l'obbligo di eseguire tamponi, fino all'applicazione insufficiente delle regole sull'isolamento dei malati.
Tra gennaio e aprile 2020 il 33% delle morti registrate al Trivulzio, che sono state oltre 300, come emerso dalla consulenza, sarebbe attribuibile con alta probabilità al Covid e nello stesso periodo si era registrato un tasso di mortalità del 40% più alto rispetto a periodi 'normali' e sempre riconducibile al Coronavirus. Lo "standard probatorio" sul fronte penale, però, scrivono i pm, "richiederebbe la dimostrazione precisa del nesso causale" tra le morti "e una specifica condotta riprovevole", cosa che "pare senz'altro da escludere sulla base delle evidenze acquisite".
Gli inquirenti, tra l'altro, fanno notare che "a tutt'oggi manca una terapia specifica per la infezione da Covid" che possa "assicurare la guarigione con alta probabilità". E "sebbene siano risultate evidenti le difficoltà determinate dalla scarsità di personale per gli infortuni Covid19 e le quarantene" non risultano "accertate significative carenze assistenziali di ordine più generale". La richiesta di archiviazione ricalca quelle inoltrate, sempre dalla Procura milanese, per i casi riguardanti anche un'altra ventina di rsa. I familiari degli anziani morti potranno opporsi alle richieste di archiviazione e dunque è scontato che per il caso del Trivulzio, ma anche per altri, ci saranno udienze davanti ai gip, che poi dovranno decidere se archiviare, disporre nuove indagini o l'imputazione coatta.