Pena di morte Usa: problemi con l'iniezione letale e si torna alla sedia elettrica
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NASHVILLE, TENNESSEE, 23 MAGGIO 2014 - E' dello scorso aprile la notizia che ha visto protagonista un detenuto, condannato alla pena capitale negli Stati Uniti, e morto per infarto dopo 43 minuti di agonia, per un problema alla vena. Clayton Locket, questo il nome dell'uomo, insieme ad un altro condannato, aveva precedentemente fatto ricorso perchè lo stato non aveva voluto rivelare dove erano stati comprati i farmaci che avrebbero composto l'iniezione letale.[MORE]
La notizia ha fatto tornare alla ribalta il discusso problema dei farmaci negli Stati Uniti. Questi venivano precedentemente acquistati da aziende farmaceutiche europee, che si sono poi rifiutate di venderli, visto l'utilizzo che ne veniva fatto. Così molti stati americani, che prevedono la pena di morte, hanno trovato fornitori sul luogo rimasti, però, nell'anonimato.
Oggi il Tennesse risponde a questo problema tornando addirittura alla sedia elettrica. Bill Haslam, infatti, governatore repubblicano del "Volunteer State", ha firmato un provvedimento che permette l'utilizzo della sedia elettrica nel caso in cui le carceri non riescano a procurarsi i farmaci letali.
Così il Tennesse diviene il primo stato degli Usa in cui torna questo metodo, non consentendo ai condannati, dunque, di scegliere come morire. Richard Dieter, direttore dell’organizzazione no profit Centro di informazione sulla pena di morte, ha infatti dichiarato: "Altri Stati permettono ai detenuti di scegliere: nessuno Stato si era spinto così oltre”.
A quanto pare, però, il Tennesse non è il solo che sta tentando una via diversa da quella che prevede l'uso dei farmaci letali. Secondo quanto riportato da La Stampa in Wyoming l’assemblea statale starebbe valutando la possibilità di tornare persino al plotone di esecuzione.
(Foto dal sito lapresse.it)
Katia Portovenero