Omicidio Meredith, le motivazioni della Cassazione: "Mancano prove oltre il ragionevole dubbio"
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PERUGIA, 7 SETTEMBRE 2015 – Sono state finalmente rese le note, in un elaborato di ben 52 pagine, le motivazioni che hanno portato la Corte di Cassazione ad assolvere nell’ultimo grado di giudizio Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati dell’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa britannica assassinata a Perugia il 1 Novembre 2007. [MORE]
Nelle motivazioni rese note, la Suprema Corte ha sottolineato che il lungo processo riguardante l’omicidio della studentessa si sarebbe snodato lungo "un iter obiettivamente ondivago, le cui oscillazioni sono, però, la risultante anche di clamorose defaillance o 'amnesie' investigative e di colpevoli omissioni di attività di indagine". Secondo la Cassazione, l’assenza di quelle che vengono definite come “clamorose defaillance” avrebbe "con ogni probabilità, consentito, sin da subito, di delineare un quadro, se non di certezza, quanto meno di tranquillante affidabilità, nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell'estraneità".
La "sola traccia biologica" rinvenuta su un gancetto del reggiseno di Meredith non fornisce "certezza alcuna" di un collegamento con Raffaele Sollecito "giacché quella traccia è insuscettibile di seconda amplificazione, stante la sua esiguità, di talché si tratta di elemento privo di valore indiziario". L’unico colpevole certo sembrerebbe quindi l’ivoriano Rudy Guede, perché sul luogo del delitto e sul corpo della giovane vittima sarebbero state rinvenute "numerose tracce" a lui riconducibili. Guede, al momento, sta scontando una pena di 16 anni per l’omicidio della studentessa britannica.
(foto www.theguardian.com)
Elisa Lepone