Renzi e Berlusconi a pranzo per la riforma elettorale
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ROMA, 05 NOVEMBRE 2014 - Si preannuncia un secondo "Patto del Nazareno" il pranzo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi: i due leader politici dovranno trovare un accordo sulla riforma elettorale e tentare di risolvere la delicata vicenda del presidente della consulta, visto che ora Luciano Violante ha deciso di fare un passo indietro. La questione principale, però, resta il premio di maggioranza, che Berlusconi desidererebbe al 40% dei voti.[MORE]
La gestione del premio di maggioranza
Il premio di maggioranza è il nodo più controverso da sciogliere per Berlusconi e Renzi: per Berlusconi, basterebbe il 40% dei voti favorevoli per aggiudicarsi il premio di maggioranza, e portare così al partito vincitore il 55% dei deputati in Parlamento. Le ultime analisi di riforma della legge elettorale, parlano invece di un premio di maggioranza al 37% delle preferenze, con due "ma" sostanziali:
- Un premio di maggioranza con meno deputati appartenenti al Governo votato con la nuova riforma.
- Il premio riguarderebbe non il partito vincitore, ma l'intera coalizione, costringendo quindi il partito ad allearsi e a tenere in grande considerazione l'opinione degli alleati.
Berlusconi ha dichiarato pubblicamente, invece, che intende portare Forza Italia a governare da sola. Da qui la scelta di un secondo incontro con Renzi. A complicare la situazione ci sarebbe la commissione Affari Costituzionali, che dovrà comunque valutare la riforma prima della consultazione finale delle Camere. Per Renzi, l'intero impianto della Riforma dovrebbe essere pronto per Dicembre 2014, per poi passare al vaglio della commissione.
Il Movimento Cinque Stelle risponde su Twitter
Il Movimento Cinque Stelle ha espresso il proprio parere negativo sull'incontro a porte chiuse tra i due partiti attraverso Twitter. "Le beghe interne a Pd e Fi li faranno digerire male?" (fonte Ansa) si chiede Toninelli, mentre la minoranza del PD continua a chiedersi come Renzi intenda risolvere la questione della disoccupazione al 12,6% con il Jobs Act.
(Foto quotidiano.net)
Annarita Faggioni