Letta, dagli Usa: «Prima di Maastricht, l'Italia era un disastro»
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WASHINGTON, 18 OTTOBRE 2013 - Incassato ieri l’elogio per il suo operato da parte di Obama, Enrico Letta - nella sua visita negli Stati Uniti – oggi è intervenuto al Brookings Institution, soffermandosi sul tema Eurozona e delle sfide che il Vecchio Continente dovrà affrontare all'indomani della crisi. Così, parlando dell’Italia, il premier ha affermato: «Un paese che non ha una nuova generazione al timone è un paese senza speranza».
In particolare, ha evidenziato Enrico Letta, la scelta (quasi obbligata) fatta da tanti giovani italiani, di andare via dal Paese, a suo avviso: «Non può esser la sola soluzione: anche in Italia - ha osservato - ci può essere un cambio generazionale».
Poi, ricollegandosi alla Legge di Stabilità e – nello specifico – riprendendo la spinosa questione dei conti pubblici e del debito italiano: «Questi devono rimanere sotto controllo per poter ricominciare a crescere. Per l'Italia – si auspica il presidente del Consiglio - mai più debito. Dirò qualcosa di impopolare, ma prima di Maastricht, l'Italia (per quello che riguarda il debito) era un disastro».
Per Letta: «Senza tassi d'interesse bassi il nostro debito sarebbe insostenibile. E bassi tassi d'interesse sono possibili solo se c'è stabilità che è anche - ripete più volte - la premessa indispensabile per crescere. C'è una bella differenza tra pagare il 3% o il 6% d'interessi sul debito. Lo scarto vale circa 30 miliardi di euro. Ciò permetterebbe di abbassare le tasse e combattere la disoccupazione».
Infine, Letta conclude: «I tassi sono arrivati ai livelli più bassi degli ultimi due anni e questi sono ottimi risultati. Cioè fatti e non parole, e sono i fatti a contare».
(Fonte: Adnkronosnews. Foto: yahoo.com)
Rosy Merola [MORE]