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I media l'hanno chiamata l'Enciclica verde, ma definirla così è decisamente riduttivo. Un documento sorprendente, come per altro Papa Francesco riesce a sorprendere in quasi ogni situazione, un testo che ha il sapore della genuinità che si respirava nelle prime comunità cristiane. Così "vero" da risultare "pungente". Così "autentico" da risultare "scomodo". Così "aderente al Vangelo" da risultare "spiazzante" anche per il politico più "populista"...[MORE]
Leggendo la nuova Enciclica di Papa Francesco ho avuto più volte il desiderio di alzarmi in piedi ed applaudire: finalmente le cose che abbiamo sempre pensato, ma che non abbiamo osato scrivere, le possiamo trovare nero su bianco in un documento così autorevole come un Enciclica Papale!
Quando i commentatori si accorgeranno che oltre il livello dell'ecologia - argomento importantissimo e trattato magistralmente da Papa Francesco - nell'Enciclica Laudato Si' troviamo altri temi (politica, economia, sociologia) ma troviamo soprattutto il Vangelo, penso che lì, in quel momento, scatterà la vera "rivoluzione". Ci si renderà conto che la nuova Eniclica del Papa è un documento "esplosivo" e "dirompente".
Papa Francesco scrive: [...] nel frattempo i poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente. Così si manifesta che il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi. Molti diranno che non sono consapevoli di compiere azioni immorali, perché la distrazione costante ci toglie il coraggio di accorgerci della realtà di un mondo limitato e finito. Per questo oggi « qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta ». (56)
Si richiede dalla politica una maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti. Ma il potere collegato con la finanza è quello che più resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno ampiezza di vedute. Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo? (57)
Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data. (67)
La tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata. San Giovanni Paolo II ha ricordato con molta enfasi questa dottrina, dicendo che «Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno» [...] Con grande chiarezza ha spiegato che «la Chiesa difende sì il legittimo diritto alla proprietà privata, ma insegna anche con non minor chiarezza che su ogni proprietà privata grava sempre un’ipoteca sociale, perché i beni servano alla destinazione generale che Dio ha loro dato». Pertanto afferma che «non è secondo il disegno di Dio gestire questo dono in modo tale che i suoi benefici siano a vantaggio soltanto di alcuni pochi». Questo mette seriamente in discussione le abitudini ingiuste di una parte dell’umanità. (93)
Qualcuno vorrà forse vedere queste parole come "comunismo", ma... qui non stiamo parlando di "comunismo" ma di Vangelo! La terra è di tutti e chi la "possiede" e la "amministra" ha il dovere morale di amministrarla bene e di "curarla" al meglio!
Il ricco e il povero hanno uguale dignità, perché «il Signore ha creato l’uno e l’altro» (Pr 22,2), « egli ha creato il piccolo e il grande » (Sap 6,7), e «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni» (Mt 5,45).
L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti. Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti. Se non lo facciamo, ci carichiamo sulla coscienza il peso di negare l’esistenza degli altri. Per questo i Vescovi della Nuova Zelanda si sono chiesti che cosa significa il comandamento “non uccidere” quando « un venti per cento della popolazione mondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle nazioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere ». (95)
Non possiamo ignorare che l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscenza del nostro stesso DNA e altre potenzialità che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere [...] Mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo. Basta ricordare le bombe atomiche lanciate in pieno XX secolo, come il grande spiegamento di tecnologia ostentato dal nazismo, dal comunismo e da altri regimi totalitari al servizio dello sterminio di milioni di persone, senza dimenticare che oggi la guerra dispone di strumenti sempre più micidiali. In quali mani sta e in quali può giungere tanto potere? È terribilmente rischioso che esso risieda in una piccola parte dell’umanità. (104)
Ogni epoca tende a sviluppare una scarsa autocoscienza dei propri limiti. Per tale motivo è possibile che oggi l’umanità non avverta la serietà delle sfide che le si presentano, e «la possibilità dell’uomo di usare male della sua potenza è in continuo aumento» quando «non esistono norme di libertà, ma solo pretese necessità di utilità e di sicurezza ». 85 L’essere umano non è pienamente autonomo. La sua libertà si ammala quando si consegna alle forze cieche dell’inconscio, dei bisogni immediati, dell’egoismo, della violenza brutale. In tal senso, è nudo ed esposto di fronte al suo stesso potere che continua a crescere, senza avere gli strumenti per controllarlo. (105)
L’economia assume ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto, senza prestare attenzione a eventuali conseguenze negative per l’essere umano. La finanza soffoca l’economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale. (109)
La semplice proclamazione della libertà economica, quando però le condizioni reali impediscono che molti possano accedervi realmente, e quando si riduce l’accesso al lavoro, diventa un discorso contraddittorio che disonora la politica. (129)
È provato inoltre che l’estrema penuria che si vive in alcuni ambienti privi di armonia, ampiezza e possibilità d’integrazione, facilita il sorgere di comportamenti disumani e la manipolazione delle persone da parte di organizzazioni criminali. Per gli abitanti di quartieri periferici molto precari, l’esperienza quotidiana di passare dall’affollamento all’anonimato sociale che si vive nelle grandi città, può provocare una sensazione di sradicamento che favorisce comportamenti antisociali e violenza. (149)
Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? (160)
Dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue. (203)
Parole pesanti, ma sagge. Papa Francesco "mette il dito nella piaga" e ci indica i punti da correggere.
Eppure, non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. (205)
Come accoglieranno questo bellissimo documento, pieno di verità innegabili, i vertici della politica e dell'economia? Una volta tanto proviamo a mettere da parte il pessimismo e pensiamo in modo positivo. Possa questa nuova Enciclica segnare davvero un punto di svolta nella spirale che sembrerebbe condurre l'uomo verso la barbarie.
Preghiamo con Papa Francesco per il creato, preghiamo per il futuro dell'uomo e preghiamo per Papa Francesco, affinchè possa continuare ad aprirci gli occhi e richiamarci ai principi del Vangelo.
Di Alessandro Ginotta