La Tunisia volta pagina: approvata nella Costituzione la parità di genere
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TUNISI, 6 GENNAIO 2013 - Svolta storica in Tunisia. L’assemblea nazionale tunisina ha difatti approvato, nella bozza della nuova Costituzione, un articolo che se ratificato garantirà la parità «senza discriminazioni» fra uomini e donne.
«Tutti i cittadini e le cittadine, - recita l’articolo 20, cap. II “I diritti e le libertà” della Carta costituzionale – hanno gli stessi diritti e doveri. Sono uguali davanti alla legge senza discriminazioni. Lo Stato garantisce alle cittadine e ai cittadini i diritti e le libertà individuali e pubbliche e garantisce loro i mezzi per una vita dignitosa».
L’articolo è stato approvato con i voti favorevoli di 159 deputati su 169 votanti. Non sono comunque mancate da parte di alcune associazioni internazionali a tutela dei diritti umani, riserve e titubanze sull’articolo in questione. Secondo tali organizzazioni, infatti, l’articolo 20 non sarebbe esaustivo, poiché in esso non vengono specificati i reali diritti dei cittadini e cittadine, non viene fatta alcuna precisazione sui diritti degli stranieri ed inoltre non viene sufficientemente spiegato il concetto di discriminazione.
Nel comunicato diffuso dalle varie ong, tra le quali Amnesty International e Human Rights Watch, difatti, si legge: «L'articolo 20 dovrebbe specificare che la discriminazione, diretta e indiretta, è proibita per quanto riguarda la razza, il sesso, la lingua, la religione, le idee politiche, l'origine sociale e lo status. L’Assemblea nazionale tunisina – si legge inoltre - consacri nel testo i principi di uguaglianza e non-discriminazione davanti alla legge e li estenda a chi è soggetto alla giurisdizione, sia tunisini che cittadini stranieri».
È tuttavia emblematico come il partito islamista Ennahda, che al momento guida al governo, ha promesso di farsi da parte non appena la nuova carta costituzionale sarà approvata. Una forza politica che in questi giorni era stata duramente contestata, poiché, nel dibattito sul suddetto articolo, ha tentato di far passare il concetto di “complementarietà” di genere e non quello di “uguaglianza”.
Ma nella bozza della nuova Costituzione, l’Assemblea nazionale tunisina ha approvato un’altra storica norma, riguardante l’esclusione della sharia dalla base del diritto. Nei primi due articoli della carta costituzionale, infatti, si legge: «La Tunisia è uno stato libero, indipendente e sovrano, l’Islam è la sua religione, l’arabo è la sua lingua e la Repubblica è il suo regime». L’articolo 2, invece, recita: «La Tunisia è uno stato civile basato sulla cittadinanza, sulla volontà del popolo e sulla superiorità della legge». In questo modo viene sì sancito l’Islam come religione di Stato, ma sono stati esclusi con voto contrario due emendamenti che proponevano l’Islam, attraverso le leggi del Corano e della sunna, come “fonte principale della legislazione”.[MORE]
Adesso l’intero testo dovrà essere approvato dai due terzi dei 217 componenti del Parlamento tunisino, altrimenti sarà sottoposto a referendum.
Intenzione dell’assemblea nazionale tunisina è fare entrare in vigore la nuova Costituzione il prossimo 14 gennaio, in occasione del terzo anniversario della fine del regime del dittatore Zine El Abidine Ben Ali.
(Immagine da internazionale.it)
Giovanni Maria Elia