La storia di Amina, svegliata dalle botte perché tornata dalla Moschea con le amiche
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TORINO, 4 AGOSTO - Amina, marocchina di 30 anni, ‘’colpevole’’ di essere tornata a casa dalla Moschea con le amiche piuttosto che con il figlio quindicenne, ha avuto il coraggio di denunciare i soprusi del marito ai Carabinieri della Barriera di Milano, dopo essere stata svegliata dall’uomo a suon di botte.
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C’era stata già una denuncia in passato, che la donna aveva ritirato credendo alle promesse di lui secondo cui sarebbe cambiato e Amina avrebbe potuto finalmente iniziare ad imparare l’italiano. Dopo poche lezioni però le fu vietato di continuare, l’uomo le strappò i libri mentre cartella clinica della giovane donna continuava ad arricchirsi di traumi ed escoriazioni.
Dopo aver chiamato le forze dell’ordine Amina è stata affidata ai medici per le opportune cure, prima di raccontare agli agenti le aggressioni subite nel corso degli anni. L’uomo è stato arrestato mentre la donna e i suoi tre figli sono stati accolti dall'associazione Rete Daphne, che dal 2008 è un importante centro di riferimento per le vittime di violenza.
"Speriamo che la storia di Amina serva a incoraggiare le donne che subiscono maltrattamenti ad avere fiducia nelle forze dell'ordine e delle istituzioni", sono le parole della Questura di Torino, con la speranza che la denuncia di Amina spinga a denunciare le tante donne che spesso, per amore o paura, restano in silenzio.
Maria Azzarello
fonte immagine: stateofmind.it