La Spagna ritorna alle urne: scenario politico incerto e probabile volatilità elettorale

Luna Isabella
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MADRID - Gli spagnoli ritornano alle urne domenica 26 giugno, a distanza di sei mesi dalla fine del tradizionale bipartitismo Pp-Psoe.[MORE]

In seguito al voto del 20 dicembre scorso infatti, si è venuto a delineare uno scenario inedito con quattro forze politiche che hanno prodotto un Congresso frammentato e hanno reso impossibile la formazione di un esecutivo. A meno di ventiquattro ore di distanza dal voto che vedrà circa trentasei milioni di elettori alle urne per la seconda chance data alla politica spagnola, lo spettro dell'ingovernabilità aleggia ancora.

I principali candidati alla guida del governo sono il conservatore Mariano Rajoy del Partito Popolare, il segretario del Partito socialista operaio spagnolo Pedro Sanchez, il leader del movimento anti-austerità Unidos Podemos Pablo Iglesias e il candidato di Ciudadanos Albert Rivera Diaz. Partito Popolare e Partito Socialista hanno perso ventitre punti percentuali tra 2011 e 2015, a vantaggio delle due nuove forze politiche che oggi sono sulla cresta dell’onda nei sondaggi: Podemos e Ciudadanos.

L'alleanza stipulata tra Podemos e i comunisti di Izquierda Unida - Sinistra Unita - consentirà alla formazione di Pablo Iglesias di sommare ai voti del suo partito i milioni di consensi riscossi a dicembre dalla sigla della sinistra. A differenza della volta scorsa infatti, Podemos si presenta ora in un raggruppamento con undici formazioni ufficialmente integrate: i principali sono appunto Podemos e l’organizzazione del Partito comunista Izquierda Unida, che a dicembre si erano presentati separatamente.

Alle legislative 2015, il Pp ha ottenuto il 28,72%, il Psoe il 22,01%, Podemos e i suoi alleati hanno preso il 20,66%, Ciudadanos il 13,93%. Ma stando agli ultimi sondaggi, nessun partito potrà raggiungere la soglia di 176 seggi, utile per costituire una maggioranza assoluta al Congresso e quindi governare da solo. Paiono poche anche le possibilità di un’alleanza tra soli due partiti: affinché un nuovo governo venga ad essere costituito, saranno necessari accordi complessi con almeno tre gruppi.

Per quanto riguarda l’affluenza, secondo i sondaggi dovrebbe essere più bassa rispetto alla volta precedente, condizionata dall’effetto Brexit, dalla caduta delle borse e dal generale clima di incertezza politica. Le urne rimarranno aperte dalle 9 alle 20 di domenica 26 giugno. “Se domenica non ti alzi dalla sedia per andare a votare, Iglesias può finire alla Moncloa”: questo lo spot Pp, con il leader di Podemos intento a realizzare lo storico sorpasso sui socialisti.

Podemos-Psoe sarebbe l’alleanza più auspicata da Iglesias, e si porrebbe in alternativa alla Gran Coalicion che Mariano Rajoy vuole costruire anche lui con i socialisti. “Il governo lo faremo noi o lo farà Podemos” ha avvertito Rajoy, premier uscente alla guida del Partido popular. Il leader di Ciudadanos - altro partito anti-sistema ma di stampo centrista - Albert Rivera Diaz, parla della possibile formazione di un governo tecnico.

E c’è anche chi non esclude l’ipotesi meno auspicata, quella del blocco del Congresso e di nuove votazioni che potrebbero essere indette per la terza volta da dicembre. A partire dalla mezzanotte del 21 giugno è stata vietata la pubblicazione di nuovi sondaggi. Secondo il quotidiano El Mundo, le ultime stime davano su base nazionale il Pp al 29,5%, Unidos Podemos al 24,7%, il Psoe al 21% e Ciudadanos al 14,7%.

 

Luna Isabella

(foto lavanguardiadigital.com.ar)

 

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Scritto da Luna Isabella

Giornalista di InfoOggi

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