La parzialità nella verita' maschera la vita
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Le verità camminano abbracciate. Sono complici e vanno per la loro strada sempre assieme. Preoccupa chi pensa di usare la verità come un elastico, pronto a stenderlo nel primo bisogno, per poi restringerlo appena si sia raggiunto lo scopo prefissato. Ogni verità nasce dall’altra e fa vivere la stessa in una simbiosi straordinaria, capace di assumere l’essenza ontologica della natura e dell’esistenza umana, per contribuire a redimere la Storia. Il percorso dell’umanità è infatti troppo esposto a false verità o a delle parzialità che indeboliscono la singola persona e il sistema sociale nel suo insieme. Un credente dovrebbe saper che la parzialità è pienamente disapprovata dal Dio Creatore, soprattutto se messa in atto da coloro che si presentono come missionari nella Parola e da quanti, laici o religiosi che siano, dicono di evangelizzare il prossimo con la propria testimonianza di vita. Scrive in proposito Mons Di Bruno: [MORE]
“Le verità della salvezza sono molteplici. L’una cammina con l’altra. Chi procede con una sola verità, non è mai nella santa rivelazione, è un eretico, cioè uno che ha scelto una parte e non il tutto. La parzialità è fortemente condannata dal Signore, specie se portata avanti dai ministri della Parola e dai missionari del suo Vangelo”. Ecco come si rivolge il Signore ai sacerdoti che non davano gloria al suo nome, nel libro di Malachia (2,9): “…Perciò anche io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perché non avete seguito le mie vie e avete usato parzialità nel vostro insegnamento”. Anche chi insegna, fa politica, guida l’economia, intreccia relazioni in ogni campo, lavora, crede in Dio, non potrà mai essere parziale nella verità. Se le cose non vanno bene; se oggi i problemi diventano ovunque più spinosi, è perché si fa ormai troppo uso della falsità o comunque di quella parzialità che inganna ognuno, convinto di essere di fronte alla giusta verità.
Nessuno può negare che la piaga più grossa che interessa questa epoca, a noi direttamente vicina, è proprio il ricorso all’uso della parzialità della verità. Lo si fa per non cambiare abitudini; per nascondere errori; per non privarsi di quanto desiderato comunque; per attirare l’interesse di una certa parte, senza tuttavia perdere il contatto con chi si trova su altre sponde; lo si fa anche perché il proprio cammino di fede è vacillante e privo di saldature celesti. Quindi non c’è più correlazione tra le verità. Ognuno prende il suo pezzettino e vi costruisce la sua visione quotidiana. Il tutto avviene su fondamenta deboli, sabbiose, lontane dalla roccia che solo la verità evangelica assicura ad ogni uomo della terra, ricco o povero che sia. Faccio qualche esempio! Si potrà mai essere misericordiosi verso un qualcuno, senza l’amore e il perdono?
Si sarà in grado di essere un uomo o una donna fedeli, senza l’obbedienza e l’attaccamento sincero a Dio? Si potrà pretendere di seguire la vera giustizia, senza osservare i comandamenti e vivere le beatitudini? La risposta è semplicemente, no! Bisogna perciò conquistare la verità nella sua interezza, vivendo con tutto se stessi il vangelo, unica via abilitata a rilasciare il “passaporto” per poter entrare nel regno, quale dono più grande di Dio. La parzialità nella verità non aiuta nessuno a raggiungere questo obiettivo centrale per ogni essere umano, mascherando la vita e rendendola bella fuori e piena di ragnatele dentro. La verità nella sua totalità ci rende invece liberi, forti, sicuri, autonomi, padroni di noi stessi, sicuri nel “vendere” ogni cosa pur di accedere al bene più grande che può essere solo un dono di Dio. “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo”.
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