Il ritorno di Pablo Picasso a Milano - mostra evento a Palazzo Reale 20 set 2012 - 6 gen 2013
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MILANO, 1 OTTOBRE 2012 - Dopo le grandi esposizioni del 1953 e del 2001, per la terza volta Milano accoglie l’opera dell’artista spagnolo considerato il genio creativo del Novecento, precursore dell’arte contemporanea, che per l’amico poeta Guillaume Apollinaire aveva “Occhi vigili come fiori che di continuo si volgono al sole”. [MORE]
La mostra intitolata “Pablo Picasso. Capolavori dal Museo nazionale Picasso di Parigi” è curata da Anne Baldassari, fra le più note studiose del Maestro e Presidente del Musée National Picasso di Parigi, attualmente chiuso per lavori di restauro (riaprirà nell’estate 2013), il motivo alla base del prestito di molte opere mai uscite prima dal museo parigino, in cui è custodita la più grande collezione picassiana, alla quale è legata parte della fortuna di questo evento unico.
In uno spazio espositivo di oltre 2.000 metri quadrati, al piano nobile di Palazzo Reale, con un allestimento firmato dagli architetti Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servetto, oltre 200 opere di inestimabile valore tra dipinti, fotografie e sculture, propongono una visione d’insieme dell’evoluzione artistica di Picasso. L’excursus cronologico dal 1900 al 1972, alquanto didattico, ha il pregio di ripercorrere le fasi di una produzione sconfinata (si contano circa 60mila opere in totale) e complessa, dal periodo rosa a quello blu, passando dal proto cubismo al surrealismo, dal classicismo al cubismo, fino alle sperimentazioni plastiche e all’interludio pop, in una parata di capolavori come “La Celestina” (1904) - la mezzana con un occhio solo, icona simbolo del periodo blu -; “Ritratto di Olga” (1918) – vi è raffigurata la sua prima moglie, la bellissima ballerina russa Olga Koklova della troupe di Sergej Djagilev e madre di Paul -; “Paul come Arlecchino” (1924) - il quadro dedicato al primogenito di tre anni qui in costume, che rivela la predilezione per questo modello di travestimento -; “Ritratto di Dora Maar” (1937) - con la sorprendente resa simultanea del profilo e della vista frontale dell’amante, la fotografa iugoslava bruna e sofisticata divenuta sua musa ispiratrice negli anni cupi della guerra civile spagnola, che aveva preso il posto di Marie-Thèrese Walter, al contrario bionda e giovanissima (due veline diremmo oggi) -.
Una sezione della mostra – curata da Francesco Poli - in omaggio a quella memorabile del 1953 sempre a Palazzo Reale, documenta l’arrivo a Milano, dal MoMa di New York, di “Guernica” (1937) – forse in assoluto l’opera d’arte più conosciuta del “secolo breve”, manifesto contro le mostruosità della guerra -, allora esposta nella sala delle Cariatidi dove viene riproposta virtualmente. Il celeberrimo dipinto ora non si sposta dal Museo Reina Sofia di Madrid, dove ogni anno affluiscono circa 600mila visitatori.
A pochi giorni dall’inaugurazione dell’attuale retrospettiva, si è registrato un avvio record, con migliaia di ingressi; già le prevendite ammontavano a 100mila.
Il nome di Picasso si conferma dunque, ancora una volta, di grande richiamo per il pubblico. Un dato importante, segno che l’arte non è stata detronizzata dal suo ruolo: da sempre veicolo di cultura e di impegno sociale, non solo intrattenimento e distrazione, l’arte è in grado di lanciare, soprattutto nei periodi topici, come la crisi che stiamo vivendo, un messaggio di speranza e di coraggio, di propulsione, riscattando la dimensione del sogno.
La rassegna è promossa dall’assessorato alla cultura del capoluogo lombardo e dal Gruppo Il Sole 24 Ore, con il sostegno del Gruppo Unipol. Tra i partners, inoltre, figurano la onlus Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi cistica (Ffc), allo scopo di informare e promuoverne la campagna di ricerca, nonché il brand di abbigliamento francese Petit Bateau, che ha per simbolo la celebre marinière, la maglietta a righe amata da Picasso.
Una curiosità, il 3 ottobre uscirà in Italia “21, rue La Boétie” (Skira), in cui Anne Sinclair, acclamata giornalista politica di Francia ed ex moglie di Dominique Strauss-Kahn (l’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale), racconta la vita del nonno materno Paul Rosenberg, tra i primi galleristi a credere nel talento di Picasso, sostenendolo negli anni in cui l’artista si trasferì a Parigi, la sua seconda patria.
(Fonte Foto: Palazzo Reale a Milano)
Domenico Carelli