Il "Fronte della Liberazione dal Piuttosto che" pronto all'azione a fine maggio
Cultura e Spettacolo Toscana

Il "Fronte della Liberazione dal Piuttosto che" pronto all'azione a fine maggio

lunedì 27 aprile, 2015

FIRENZE, 27 APRILE 2015 - Cassino, Roma, Firenze e in extremis si è aggiunta anche Napoli. Sono queste le tappe di maggio dell'avanzata del "Fronte di Liberazione dal Piuttosto Che". Per la precisione: il 22 maggio a Napoli, il 23 a Cassino, il 24 a Roma e il 25 a Firenze.

Di cosa si tratta? È un tour in parte musicale, in parte “educativo-formativo”, sponsorizzato da Istituzioni e associazioni culturali. Basti pensare che a Firenze l’incontro musical-formativo si terrà presso l’Università "gigliata".

A capeggiare il ”Fronte”, che si fa di giorno in giorno più "nutrito",  sarà un fantasioso e creativo cantautore italo-belga, Giacomo Lariccia. Quest’ultimo pare avere a cuore le sorti della lingua italiana, pur vivendo da anni in un Paese francofono, il Belgio. Evidentemente, il "Risorgimento" di ciò che riguarda la nostra nazione trova più spesso terreno fertile all'estero che sul suolo della Penisola. 

“Sempre avanti” è il titolo dell'ultimo album di Lariccia. Al suo interno, troviamo per l’appunto "Piuttosto", la canzone che ha dato spunto per la creazione del "Fronte di Liberazione dal Piuttosto Che", divenendone anche l'"inno". Il videoclip della composizione musicale è stato realizzato con il contributo attivo di numerosi simpatizzanti dell'iniziativa e della nostra madre-lingua.

Piuttosto... “è un avverbio, un nome composto, vuol dire pressappoco, preferibilmente”, sottolinea il musicista in una delle strofe della sua composizione, che si fa poi refrain e tormentone.[MORE]

Su facebook è attiva una combattiva e aggiornata pagina che informa su tutte le iniziative del "Fronte"

L’Accademia della Crusca, l’Istituzione fiorentina che istituzionalmente si occupa ai massimi livelli della tutela della lingua italiana, la pensa anch’essa così riguardo al piuttosto che in funzione disgiuntiva:

“ quest'ennesima novità lessicale è da respingere fermamente non soltanto perché essa è in contrasto con la tradizione grammaticale della nostra lingua; la ragione più seria sta nel fatto che un piuttosto che abusivamente equiparato a "o" può creare ambiguità sostanziali nella comunicazione, può insomma compromettere la funzione fondamentale del linguaggio".

In effetti, non può sfuggire l’innaturalezza del Piuttosto che disgiuntivo. Un esempio: “Domenica andrò al Museo piuttosto che allo stadio”. Una frase del genere solo qualche decennio fa non avrebbe lasciato dubbi: l’ opzione-artistico-culturale risultava prevalente su quella da tifoso. Oggi, invece, una frase di questo tipo viene pronunciata con grande disinvoltura da un crescente numero di connazionali, con un significato totalmente diverso. Vale a dire, non avere ancora sciolto la riserva sull’oggetto del proprio svago domenicale, e lasciare aperte le varie opzioni.

All’arguzia di Lariccia non sfugge un particolare forse decisivo nell’affermarsi di tale malvezzo linguistico. Vale a dire il conformismo, la massificazione spinta del genere umano, quello italico in particolare.  Il piuttosto che è “un codice con cui si aprono tante porte” recita infatti la suddetta canzone.

Ecco qui la chiave del successo del piuttosto che “atipico”: una sorta di conformismo passivo che ti fa sentire qualcuno solo perché scopiazzi qualcun altro “che conta” esprimersi in quella data maniera. L’erroraccio che si fa trendy e diventa chic, insomma.

Una metafora delle decadenze del ventunesimo secolo, e delle sue "tossine linguistiche", alle quali il "Fronte della Liberazione dal Piuttosto che” vuole porre un argine. Ironicamente, musicalmente, ma con fermezza…piuttosto che…con tolleranza.

Raffaele Basile


 

 


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