Festa 10 anni Pd, Veltroni"No alla paura di essere sinistra riformista, democratica, di governo"
Politica Lazio

Festa 10 anni Pd, Veltroni"No alla paura di essere sinistra riformista, democratica, di governo"

domenica 15 ottobre, 2017

ROMA, 15 OTTOBRE- In occasione dei dieci anni dalla sua fondazione il Partito democratico si riunisce al Teatro Eliseo (RM) e i suoi massimi esponenti prendono parola per fare un bilancio storico e proporre nuove sfide.[MORE]


Mancano alcuni nomi importanti, come quello di Romano Prodi, Andrea Orlando e Michele Emiliano, ma in prima fila ci sono i ministri Giuliano Poletti, Graziano Delrio, Valeria Fedeli, Dario Franceschini, Roberta Pinotti, Marco Minniti e la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi .


Dopo l’introduzione dell’ex segretario Walter Veltroni, è l’ex premier Matteo Renzi a prendere parola.
Fa subito un salto nel passato e ricorda a tutti il governo Prodi, dicendo:” "Il Pd nacque con 10 anni di ritardo. Doveva essere la naturale prosecuzione della storia dell'Ulivo. Con l'Ulivo tutta la sinistra governava l'Italia. Quel governo è stato il migliore della storia repubblicana, prima di tutto per l'autorevolezza di chi lo guidava, Romano Prodi. Quella esperienza però dopo due anni finì, abbattuta dai due mali storici della sinistra, il massimalismo e le divisioni".[MORE]


E si concentra proprio su queste problematiche interne, invitando tutti alla risoluzione in vista di un nuovo futuro: "Il passato è passato. Non ci resta che il futuro. Vorrei che il nostro sguardo si alzasse sulla polvere delle baruffe quotidiane".


Trova l’appoggio di Veltroni, che conferma:” l'elettore di sinistra aspetta questa notizia: un giorno, anche solo 24 ore, senza una scissione o una divisione, che rendono più deboli noia e più forti gli altri".


L’ex segretario continua:” Il riformismo può essere maggioranza in questo Paese. Il Pd nacque per raccontare una nuova storia al Paese: finalmente ci si unisce e non ci si tirano i piatti alla prima occasione".                 Sottolinea che non si deve avere paura "della parola Sinistra, è un'idea del mondo e della giustizia, cambiata nel tempo come è dovere farlo, la sinistra ci ha messo troppo a capire che libertà e giustizia non sono separate. Sinistra è libertà, per me sinistra era quel ragazzo cinese con le buste della spesa e non il carro armato".                                                                                                                                                                                      "Non dobbiamo aver paura di essere sinistra riformista, democratica, di governo" ha esortato.
Veltroni auspica, poi, la formazione di alleanze: “Le alleanze si fanno prima e ci si presenta ai cittadini, alleanze che spero il Pd faccia. Il Pd nasce con l'idea dello spirito maggioritario e dell'alternanza" e l'Italia "non può più conoscere maggioranze spurie. Il puro anti-berlusconismo è stato il più gigantesco mallevadore del berlusconismo. Oggi serve un'alternativa programmatica e di valori che sia chiara".


Veltroni ha proseguito il suo intervento rivolgendosi al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e a Renzi, portando alla loro attenzione la necessità di far approvare lo ius soli:” Vorrei che la legislatura si concludesse con l'approvazione dello ius soli. Paolo e Matteo fate ciò che è necessario".


La risposta del premier non è tardata ad arrivare, perché poco dopo Gentiloni ha detto :”Abbiamo introdotto le unioni civili in questo Paese e ne siamo orgogliosi. E spero che saremo orgogliosi di poter dire che un altro diritto, quello dei bambini che frequentano le nostre scuole, che sono nei nostri quartieri e giocano nelle squadre di calcio, ma che sono nati da genitori stranieri, possano avere il diritto alla cittadinanza".


Il premier, poi, parla del passato guardando al futuro:” Questi non sono stati dieci anni facili. A tratti qualcuno si è sentito in una casa troppo simile a quella di una tradizione diversa, a tratti a qualcun altro è parsa occupata da un manipolo di estranei. Ma è acqua passata. Il Pd è il Pd. Frase storica...", dice smorzando i toni per un momento, ma continua: "Il progetto bene o male è riuscito, è vivo, lotta insieme a noi.”


"Alla fine l'alternativa che attraversa la sinistra è tra chi pensa possibile rifugiarsi nella pantofole delle proprie biografie e chi accetta la sfida tempestosa è difficile del Governo. Il Pd ha scelto dieci anni fa la via di una sinistra di governo e da lì non possiamo tornare indietro" prosegue.


Rimarca il mantenimento dei valori: ”Anche nelle condizioni più impervie è possibile governare tenendo fermi i nostri principi e i nostri valori. La sinistra di governo non spaccia paure o illusioni sul tema dei grandi flussi migratori. Si impegna a gestirli, a cercare di governarli se possibile. E ridurre del 30 per cento il numero dei morti nel Mediterraneo è una straordinaria politica di sinistra del governo, caro Marco", ha concluso rivolgendosi al ministro dell'Interno Minniti.


Gentiloni spazia il discorso arrivando al tema del lavoro, per il quale assicura:” "Sinistra di governo è sostegno alla famiglia. Non è una bandierina, ma difendere la nostra coesione sociale e contrastare la malattia della solitudine. Sinistra di governo è sostegno ai redditi più bassi. La sfida del lavoro sarà centrale nella legge di bilancio che approveremo lunedì", afferma il presidente del Consiglio riferendosi soprattutto alla sfida verso i giovani.”


Matteo Renzi esorta all’integrità morale: "A chi ha anteposto il destino personale al destino del Pd minacciando di andarsene e poi andandosene voglio dire che il Pd appartiene al suo popolo e chi se ne va tradisce se stesso. Basta con i rancori, sentiamoci tutti a casa nostra” e, mettendo in risalto l’operato del partito ha detto: “Se non ci fosse stato il Pd, la sinistra italiana sarebbe irrilevante. Bisogna avere il coraggio di riconoscerlo”.


“Il Pd non appartiene a chi è sul palco questo momento. Noi abbiamo un debito straordinario e una grande gratitudine nei confronti di Veltroni, ma il Pd non appartiene a lui. Noi sosteniamo Gentiloni, ma il Pd non appartiene nemmeno a lui e men che meno a me. Il M5S appartiene al figlio del fondatore, al nipote del fondatore e al commercialista del fondatore. La nostra è tutta un'altra storia" ha aggiunto, facendo un paragone.

"Avete visto cosa è accaduto, qualcuno ha sbagliato piazza a fare le proteste. Ma a me preoccupano più quelli che hanno sbagliato secolo nelle proteste".


Renzi mette in luce anche il più grande punto debole del partito:” "Abbiamo un nemico è l'autoreferenzialità, il parlarsi addosso, le nostre divisioni...Nessun altro fa i Congressi, noi quando li facciamo viviamo questi appuntamenti come uno scontro all'arma bianca".

Il nemico, però, non sono le divergenze, perché avverte: ” il nostro avversario è il centro-destra. Se passa come spero il Rosatellum, abbiamo di fronte a noi un corpo a corpo in tutti i collegi con un centrodestra populista, che ci ha lasciato con lo spread e la più grande crisi economica del dopoguerra. O noi saremo nelle condizioni di capire che questa è la sfida o rischieremo di perdere non noi come Pd ma l'Italia".


Per quanto riguarda il tema del lavoro, l’ex premier dice la sua:” non si difende mettendosi sulle barricate a difendere un totem ideologico, ma creando posti di lavoro e evitare le dimissioni in bianco", e critica un’eccessiva severità: "L'austerità ha fallito, ha creato disoccupati. Mettere in discussione il fiscal compact è la cosa più di sinistra possibile".


"Dobbiamo superare questa fase di discussione con la voglia di costruire il futuro. Non è vero che va tutto male, i prossimi dieci anni saranno fantastici" conclude ad effetto Renzi.

 

(foto da Gds)

Eleonora Ranelli

 


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