Cesare Battisti: respinto ricorso sul passaporto, adesso rischia l'espulsione dal Brasile
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ROMA, 28 GIUGNO 2013 - La Quinta sezione del Supremo tribunale di Giustizia brasiliano ha respinto il ricorso di Cesare Battisti per la revisione della sua condanna per uso di falsi timbri sul passaporto.[MORE]
Lo riferisce la stampa brasiliana spiegando che in questo momento Battisti, da anni al centro di una diatriba infinita per la sua mancata estradizione tra stato brasiliano ed italiano, rischia di essere espulso dallo stesso paese sudamericano.
Infatti, per la legislazione brasiliana la pena prevista per chi falsifica documenti per ottenere l’ingresso o la permanenza nel Paese è l’espulsione.
Il caso, adesso, sarà preso in esame dal ministro della Giustizia, Josè Eduardo Cardozo, ma sempre secondo le fonti della stampa brasiliana, non sembrano esserci dubbi sul fatto che Cesare Battisti abbia falsificato i timbri nel suo passaporto, poiché tale reato è stato da lui stesso confermato.
Si arricchisce, dunque, di un nuovo capitolo la vicenda giudiziaria di Cesare Battisti. Condannato all’ergastolo dalla giustizia italiana per quattro omicidi compiuti negli anni ’70, l'ex terrorista italiano, membro dei Proletari Armati per il Comunismo, fu arrestato in Brasile, esattamente a Rio de Janeiro, nel 2007. L'Italia avanzò la richiesta di estradizione che fu però rifiutata, suscitando accese polemiche, dallo stato brasiliano nel gennaio del 2009. L’allora ministro della Giustizia del Brasile, Tarso Genro, motivò la sua scelta attribuendo all’Italia di attuare una persecuzione verso Cesare Battisti per mere ragioni ideologiche. Successivamente la Corte Suprema brasiliana annullò tale sentenza, rimettendo ogni decisione nelle mani dell’allora presidente Lula. Quest’ultimo decise di non estradare Battisti.
(Immagine da oggi.it)
Giovanni Maria Elia