Agosto con i grandi del '900: "Il Profumo" di Patrick Süskind
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Cari lettori, in casa InfoOggi recensione nasce l’Agosto con i grandi del ‘900! La proposta di portare in vacanza “classici” moderni a volte dimenticati e altre, purtroppo, sottovalutati. Partiamo proprio oggi con Il Profumo di Patrick Süskind.
Siamo in Francia durante il XVIII sec. Una donna, dietro il banco del pesce, partorisce un bambino e lo abbandona lì, tra immondizia e teste di pesce marcio. Il bambino non emette alcun gemito, finché, colto dalla nauseabonda puzza che lo circonda, comincia a piangere disperato. Sarà proprio il suo pianto ad attirare l’attenzione e a mandare la madre alla forca.[MORE]
Così inizia la storia di Jean-Baptise Grenouille. Seguendo il suo sviluppato senso dell’olfatto, che lo porta a riconoscere strade, capire le persone e controllarle, cresce tra orfanotrofi e lavori miserabili, finché s’imbatte nella boutique di colui che fu in gioventù uno dei più grandi profumieri francesi di tutti i tempi: Baldini.
Proprio in casa Baldini (lascio scoprire a voi come) inizia ad apprendere l’arte del prelevamento e della conservazione degli odori. Perché Grenouille vuole imparare ciò? Non per diventare un profumiere, ma per il suo sadico piano di catturare il profumo d’innocenza delle giovani donne e creare il più grande profumo di tutti i tempi. Profumo che, indossato, porta ad essere amato completamente. Ma non è l’amore che cerca. Non è la vicinanza degli esseri umani. No. Lui vuole avere quel profumo perché, proprio lui che riesce a ricordare tutti i profumi incontrati della sua vita, non riesce a ricordare, né sentirne, solo uno…il suo. Perché proprio Grenouille è senza odore e questa assenza è il motivo del suo essere miserabile ed assassino.
Un libro coinvolgente, considerato una delle più grandi e originali opere della letteratura mondiale di fine ‘900, Il profumo merita di essere letto tutto ad un fiato per “aspirarne” ogni singola parola e “gustare” un finale al dir poco brillante.
«Che l’inizio di questa magnificenza fosse stato segnato da un delitto gli era del tutto indifferente, se mai ne era conscio. Già non riusciva più a ricordare l’immagine della fanciulla di Rue des Marais, il suo viso, il suo corpo. Ma di lei aveva serbato la parte migliore e l’aveva fatta propria: il principio del suo profumo».