Lamezia Terme, tra storia e archeologia rurale: il misterioso acquedotto di Contrada Zupello (Video)


LAMEZIA TERME (CZ) – Immerso nelle campagne di Sambiase, in Contrada Zupello, si trova un luogo che racconta silenziosamente secoli di storia. Tra oliveti secolari e antiche masserie, sorge un acquedotto in pietra e mattoni, straordinario esempio di architettura rurale, oggi in stato di abbandono ma ancora incredibilmente affascinante.
Il "Casino Antonio De Medici" e i legami con la famiglia Nicotera
L’area è dominata dalla struttura conosciuta come "Casino Antonio De Medici", come inciso sui pilastrini d’ingresso. Secondo testimonianze locali, l’edificio appartenne alla nobile famiglia Nicotera, una delle più influenti della zona lametina. Il fabbricato, in muratura mista e con tetto a coppi, conserva ancora elementi architettonici degni di studio.
L'antico acquedotto: romano o medievale?
A pochi passi dal casino si snoda un suggestivo acquedotto ad archi, costruito in pietra e mattoni rossi. Alcuni studiosi locali lo ritengono di origine romana, ma l’ipotesi più probabile – secondo appassionati e ricercatori come Carmine Rotundo – è che risalga all’epoca medievale o tardo medievale, forse ristrutturato su una base più antica.
Serviva i mulini e i frantoi di Sambiase
Secondo quanto riportato, l’acquedotto attingeva acqua dal fiume Bagni di Caronte, per poi distribuirla attraverso un sistema idraulico che alimentava frantoi e mulini nella zona agricola di Sambiase. Ancora oggi è possibile osservare otto arcate conservate, alcune delle quali inglobate in proprietà private o crollate parzialmente.
Un patrimonio da salvare
Le immagini testimoniano lo stato di degrado in cui versa la struttura: vegetazione infestante, detriti e rottami agricoli rendono difficoltoso anche solo l’avvicinamento. Eppure, il sito rappresenta un potenziale valore storico, culturale e turistico per l’intera area di Lamezia Terme.
Archeologia hobbistica e riscoperta del territorio
La recente visita documentata da Carmelo Panella, su segnalazione del ricercatore Rotundo, ha riportato l’attenzione sul sito. Il video pubblicato su YouTube mostra l'acquedotto nel suo contesto naturale, tra ulivi e terra battuta, offrendo uno spaccato autentico di archeologia "dal basso", fatta di passione e ricerca personale.
Carmelo Panella