

Abusi a Seminara, minorenne violentata dal branco
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Violentata dal branco e costretta a fuggire: la storia della giovane di Seminara
Seminara (Reggio Calabria) – Due anni di incubo, poi il processo, le condanne. E infine l’esilio forzato. È la drammatica storia di una ragazzina di 14 anni, vittima di ripetute violenze sessuali da parte di un branco composto anche da giovani legati a famiglie di ‘ndrangheta. Un caso che ha sconvolto la comunità calabrese, ma che ha lasciato la vittima e la sua famiglia in una condizione di isolamento e abbandono, fino alla decisione di lasciare il proprio paese d’origine.
Violentata per due anni e ricattata con video
I fatti risalgono al periodo compreso tra gennaio 2022 e novembre 2023. Secondo quanto accertato dalla Procura di Palmi e da quella dei minorenni di Reggio Calabria, la giovane sarebbe stata abusata in più occasioni da un gruppo di tredici ragazzi. Le violenze sarebbero state riprese con il cellulare e i video usati come strumento di minaccia per costringerla al silenzio.
Un doppio abuso: fisico e psicologico. Ma la ragazza ha trovato la forza di denunciare. Un atto di coraggio che ha innescato le indagini della Polizia e portato al processo: sei dei tredici imputati sono stati condannati a pene comprese tra i 5 e i 13 anni.
Dopo il processo, il silenzio del paese
La sentenza, però, non ha segnato la fine dell’incubo. “In paese nessuno ci salutava più”, racconta oggi la madre della ragazza. “Non ho ricevuto aiuti dal Comune né dalla parrocchia. Ci sentivamo soli, abbandonati. Era chiaro che dovevamo andarcene”.
Il clima attorno alla famiglia era diventato irrespirabile. L’isolamento sociale e l’assenza di sostegno istituzionale hanno spinto i genitori a rivolgersi alla prefetta di Reggio Calabria. L’unica risposta concreta è arrivata dalla Regione Calabria e dal presidente Roberto Occhiuto.
L'intervento della Regione e la nuova vita
“Le istituzioni devono essere al fianco di chi ha il coraggio di denunciare – ha dichiarato Occhiuto –. Questa famiglia non è sola: ci sono tante persone oneste che vogliono una Calabria diversa”. Grazie al suo intervento, alla famiglia è stata assegnata un’abitazione Aterp in un altro comune del Reggino.
Una soluzione che ha permesso al padre di continuare a lavorare nella stessa azienda e ai figli di non interrompere il loro percorso scolastico.
La manifestazione e il ritorno a Seminara
La madre della ragazza ha confermato di voler partecipare alla manifestazione che si dovrebbe tenere a breve a Seminara, dedicata proprio alla vicenda. “Voglio vedere se qualcosa è cambiato. Se il paese ha capito quanto accaduto”, ha dichiarato.
Un caso simbolo che chiede giustizia sociale
Questa vicenda non è solo una pagina di cronaca nera, ma il simbolo di una ferita sociale ancora aperta. È la dimostrazione di quanto sia difficile per le vittime non solo denunciare, ma anche tornare a vivere. Il sostegno psicologico, l’aiuto istituzionale, il coinvolgimento civile sono elementi essenziali per trasformare una tragedia in un’occasione di rinascita.