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CITTA' DEL VATICANO, 8 MARZO 2015 - Una lettera firmata dal grande artista Michelangelo, trafugata nel 1997 dall'Archivio della Fabbrica di San Pietro, è stata al centro di un tentativo di estorsione nei confronti del Vaticano. Un vero e proprio giallo quello avvenuto tra le mure vaticane con un documento dal valore inestimabile, considerato l'autore, andato scomparso senza sapere nemmeno come e per mano di chi.
Ma tant'è. A distanza di più di dieci anni tale notizia diventa di dominio pubblico, «Nel 1997 - spiega il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi - si era constatata la mancanza dall'Archivio della Fabbrica di San Pietro di alcuni documenti, di cui uno di una certa consistenza, una lettera a firma di Michelangelo. E l'archivista allora ne aveva già avvisato il cardinale Virgilio Noè, presidente della Fabbrica. Non risulta che allora ci fosse stato seguito».
Tuttavia a destare ancora più sorpresa è quanto padre Lombardi continua a dire in merito a tale vicenda: «Più recentemente, il cardinale Angelo Comastri - ha spiegato ancora Lombardi, riferendosi all'attuale presidente della Fabbrica di San Pietro, arciprete della basilica e vicario del Papa per la Città del Vaticano - ha avuto una "proposta" di recupero di questi documenti, però a pagamento. Cosa che lui ha immediatamente rifiutato perché si tratterebbe di refurtiva, di cose rubate, il che darebbe luogo quindi la ricettazione. E non ha dato la minima accoglienza alla richiesta».[MORE]
Il Corpo della Gendarmeria ha avviato contatti con le competenti autorità italiane per gli eventuali approfondimenti.
(Immagine da ilmattino.it)
Giovanni Maria Elia