Vasco Rossi infiamma lo Stadio Olimpico di Roma con la prima del Live Kom014
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ROMA, 26 GIUGNO 2014 - E’ stato un vero trionfo il primo concerto del Live Kom014, che ieri sera è andato in scena allo Stadio Olimpico di Roma.
Protagonista assoluto ed indiscusso della lunga serata Vasco Rossi; il celebre cantautore emiliano ha letteralmente infiammato il pubblico accorso da tutta Italia per assistere al primo dei sette live in programma per l’estate 2014.
Lo stadio Olimpico è scoppiato in un boato quando Vasco dopo l’intro ha cominciato ad intonare le prime note de “Gli spari sopra”. Un Vasco Metal come egli stesso si è definito durante le ultime interviste. Anzi “un duro che dura” nonostante i tempi e le mode del momento.
Carriera straordinaria ed unica quella di Vasco Rossi, il rocker italiano per eccellenza che con le sue canzoni ha fatto sognare ed innamorare milioni di persone.
Vasco Rossi suonerà ancora allo stadio Olimpico questa sera e il 30 Giugno per poi far tappa nel tempio del rock : lo Stadio Meazza di San Siro dove suonerà il 4, 5, 9 e 10 Luglio. Quattro appuntamenti sold out, che incoronano Vasco il re della musica live dell’estate 2014.[MORE]
Il concerto è durato più di due ore con una scaletta pazzesca, che ha raccontato, in musica, la vita artistica e personale del Komandante, che in un’altalenarsi di emozioni ha cantato “Muoviti!”, “La fine del millennio”, “Come stai”, “Manifesto futurista…” per poi ripescare dagli anni ’80 un brano come “Strega”.
Non mancano le ultime hit come “Dannate nuvole”, ultimo singolo lanciato in radio e poi il medley rock con “Cosa vuoi da me”, “Gioca con me”, “Delusa”, “Mi si escludeva” e “Asilo”.
La prima parte del concerto si chiude sulle note di “Liberi Liberi”, brano amatissimo dal suo popolo rock.
Immancabili poi brani celebri, oramai divenuti degli evergreen della musica italiana: “Sally”, emozionante e commovente come sempre, “ Siamo solo noi”, “Vita spericolata”.
Vasco sul finale saluta il suo pubblico prima di chiudere il concerto sulle note di “Albachiara”, brano del 1979. Del resto la notte lascia come sempre spazio all’alba, ad un nuovo giorno.
Emanuele Ambrosio
(img. repubblica.it)