Usa, polizia spara e uccide afroamericano a Charlotte. Scontri con manifestanti: feriti 12 agenti
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CHARLOTTE, 21 SETTEMBRRE - Esplode l’ennesima protesta negli Stati Uniti, questa volta a Charlotte in North Carolina: centinaia di persone sono scese in piazza dopo la morte di Keith Lamont Scott, un afroamericano di 43 anni, sposato e padre di sette figli. La rabbia della comunità nera è esplosa davanti all’Università, di fronte la polizia dispiegata in assetto antisommossa. Almeno 12 gli agenti feriti, uno dei quali colpito al volto da una pietra. [MORE]
Secondo la ricostruzione ufficiale della polizia tutto è avvenuto nel primo pomeriggio di martedì. Gli agenti si trovavano nel complesso residenziale in Old Concord Road, nella zona dell’Università, per cercare un sospetto nei confronti del quale era stato emesso un ordine di cattura. È li che si sono imbattuti in Keith Lamont Scott, seduto in auto mentre, secondo gli agenti, impugnava una pistola. «Rappresentava una concreta minaccia» si legge nel comunicato ufficiale.
Il portavoce della polizia, Keith Trietley, ha spiegato: «Gli agenti l’hanno visto uscire dall’auto con l’arma in pugno, poi tornare a sedersi nella vettura. Quando si sono avvicinati, l’uomo è di nuovo uscito dalla vettura con la pistola. A quel punto uno degli agenti ha aperto il fuoco». Lamont, trasportato in ospedale, è morto poco dopo.
La famiglia dell’uomo però racconta una versione differente, secondo cui l’uomo «stava aspettando la figlia alla fermata dello scuolabus, era seduto in auto con un libro in mano». «Non aveva una pistola» garantisce la sorella, supportata anche da alcuni testimoni, mentre il fratello aggiunge che «i poliziotti non erano in divisa». Dei momenti successiva all’accaduto esiste anche un video. A girarlo è stata proprio la figlia dell'uomo, Lyric. Si tratta di un filmato di circa un’ora, ripreso con un telefono cellulare e mandato live su Facebook. «La polizia ha appena sparato a mio padre perché è nero - si sente nei primi minuti del filmato, visualizzato da oltre 500mila persone in Rete - l’hanno colpito col taser e poi gli hanno sparato».
Giuseppe Sanzi
(fonte immagine standard.co.uk)