Uomini attenti: il laptop wi-fi può danneggiare gli spermatozoi e portare alla sterilità!
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
ROMA, 1 DICEMBRE 2011 - Un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori statunitensi e argentini sostiene che quattro ore di lavoro al laptop con connessione wi-fi potrebbe danneggiare gli spermatozoi e di conseguenza arrecare problemi di fertilità e problemi genetici. [MORE]
Lo studio pubblicato dal giornale Fertility and Sterility è ancora in fase preliminare, saranno pertanto necessari ulteriori ricerche per poter affermare con certezza l’effetto negativo del laptop sulla fertilità maschile, per il momento, sottolinea dottor Conrado Avendano di Nascentis Medicina Reproductiva di Cordoba, coordinatore dello studio “I dati in nostro possesso ci suggeriscono che posizionare un computer portatile connesso a Internet tramite wi-fi vicino agli organi riproduttivi maschili può portare a un abbassamento della qualità dello sperma. Al momento non sappiamo se questo effetto venga indotto da qualunque laptop, né quali siano le condizioni precise che lo mettono in moto”.
Lo studio è stato condotto studiando la reazione del seme di ventinove volontari dopo averlo esposto alle onde elettromagnetiche, e confrontandolo con il medesimo seme non sottoposto alla vicinanza di un laptop con connessione wireless attiva, dalla comparazione tra i due campioni, i ricercatori hanno osservato che il 25% degli spermatozoi che hanno subito per quattro ore le onde elettromagnetiche del laptop ha perso qualunque motilità, mentre nel secondo caso, gli spermatozoi tenuti distanti dal computer solo il 14 % è deceduto, oltre a ciò il 9 % del seme maschile esposto al wi-fi ha riportato danni al Dna trasportato, superiore a tre volte rispetto al seme non avvicinato al laptop. Nel contempo è stato condotto il medesimo test sostituendo però il laptop con un portatile collegato alla rete tramite apposito cavo, ed in questo caso non sono emerse variazioni elettromagnetiche rilevanti.
Ma, come evidenzia Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, dalle pagine de “Il Corriere della Sera", "Lo studio é stato condotto in-vitro e dunque in condizioni non paragonabili a ciò che può succedere in-vivo. Gli spermatozoi nel corso dell’esperimento sono rimasti quattro ore fuori dal corpo dove non hanno più avuto la protezione fornita loro da altre cellule, dai tessuti e dai fluidi corporei nei quali sono immagazzinati prima dell’eiaculazione” e, medesimo parere ha anche Allan Pacey, dell’Università di Sheffield, che invita ad evitare ingiustificati allarmismi, sottolineando che “sono necessari studi epidemiologici molto più ampi per arrivare a queste conclusioni e, per quanto ne so, nessuno li ha ancora fatti”.
(Fonti: Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, Panorama)
Sara Marci