Truffa ospedale Cosenza, arrestati dirigenti società pulizie. Operazione Cc e Gdf
Cronaca Calabria Cosenza

Truffa ospedale Cosenza, arrestati dirigenti società pulizie. Operazione Cc e Gdf

lunedì 21 dicembre, 2020

Truffa ospedale Cosenza, arrestati dirigenti società pulizie. Operazione Cc e Gdf, sequestrati anche beni per oltre 3 milioni
COSENZA, 21 DIC - Una truffa ai danni dell'Azienda ospedaliera di Cosenza è stata scoperta da carabinieri e Guardia di finanza che stanno eseguendo un'ordinanza cautelare, emessa dal Gip di Cosenza, applicativa della misura degli arresti domiciliari nei confronti di quattro, fra funzionari e dirigenti, della società, aggiudicataria dell'appalto delle pulizie e dei relativi servizi integrativi dell'Azienda.

Contestualmente è in corso un sequestro preventivo nei confronti anche di un altro indagato, per un importo complessivo di 3.092.416,04 euro. I reati contestati sono truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture.

I particolari dell'indagine saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10.30 nella sede del Comando provinciale dei Carabinieri di Cosenza, dal procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo, dal comandante provinciale dei carabinieri Piero Sutera, dal comandante provinciale della Guardia di finanza Danilo Nastasi, e dai comandanti dei reparti che hanno operato.

In aggiornamento
Chiesta anche interdizione dirigenti
Migliaia di ore fatturate, pagate, ma mai realmente eseguite. Ruota attorno a questo l'inchiesta 'Silence', su presunte irregolarità nell'esecuzione dell'appalto aggiudicato dalla Coopservice, per le pulizie e i servizi integrati nelle corsie dell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza. Con le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture, quattro persone della Coopservice con sede a Reggio Emilia, sono state arrestate e poste ai domiciliari. Si tratta di Gianluca Scorcelletti di 54 anni, Fabrizio Marchetti (47), Salvatore Pellegrino (53) e Massimiliano Cozza (48). Un danno all'Azienda ospedaliera stimato in tre milioni di euro, oggi sequestrati a M.F., indagata e dipendente dell'azienda.

La Procura della Repubblica di Cosenza ha richiesto cinque misure interdittive per funzionari e dirigenti dell'Azienda ospedaliera di Cosenza su cui il gip si è riservato di decidere dopo i loro interrogatori fissati per il mese prossimo. "Un lavoro impegnativo - ha spiegato il procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo - per il quale abbiamo messo insieme le migliori intelligenze investigative, in modo da avere chiari i termini di una vicenda che non è di facile comprensione. Abbiamo fatto luce su un meccanismo che erode l'erario pubblico e rende un pessimo servizio alla collettività".

I reparti erano sporchi, i primari segnalavano i disagi e i lavoratori non avevano neanche i dispositivi di protezione adeguati. "In sintesi - ha aggiunto Spagnuolo - qualcuno della società si alzava e proponeva di fatturare una cifra all'Azienda ospedaliera e qualcun altro ci metteva una firma sopra, senza alcun controllo". Inoltre, gli stessi operatori che facevano le pulizie in un reparto, si ritrovavano a fare assistenza ai malati in un altro reparto. E poi il software per il conteggio delle ore dei lavoratori, commissionato e mai entrato in funzione: "Ore ed ore di lavoro di pulizia che non restituivano però l'igiene che un reparto ospedaliera deve garantire, ma anche - ha detto Spagnuolo - connivenze e ruberie.

Al centro il management pubblico e la società che gestisce il servizio di pulizie e altri servizi all'interno dell'ospedale. Un conteggio matematico eseguito incrociando i dati delle banche dati Inps, dell'Ispettorato del lavoro, ha consentito di scoprire anche come una parte di forza lavoro non era alle dipendenze della società. Ulteriore elemento è legato al fatto che non era integrata la forza lavoro in nero. A pagare maggiormente questa situazione sono stati i medici e soprattutto utenti e pazienti della struttura ospedaliera". 


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