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ISCHIA (NA), 13 AGOSTO - (di Enzo Castellano) Non erano a grandi profondita', una decina di metri sotto la superficie dell'acqua. Ma la melma spostata dalle correnti si e' trasformata in una trappola, ha reso sempre piu' disperata e affannosa la ricerca della via d'uscita dalla cavita' in cui si erano infilati per scoprire e ammirare le bellezze del mondo sottomarino. L'aria nelle bombole e' finita, il consumo accelerato proprio dalla ricerca della via di ritorno, e quella grotta e' diventata la loro tomba. [MORE]
Questa mattina sono morti cosi' - e' la ricostruzione al momento piu' verosimile - nelle acque della 'secca delle Formiche', tra Ischia e Procida, un sub di 42 anni, titolare di un diving a Ischia, e una ragazzina di 15 anni, appassionata di immersioni marine e che si era affidata alla struttura che fornisce supporto e attrezzatura. Finora e' stato recuperato il corpo dell'uomo, mentre quello della ragazza e' stato individuato ma non ancora recuperato dai sub dei vigili del fuoco: le correnti sottomarine spostano ancora melma e rendono tutto piu' complicato, oltre a mettere in pericolo la vita degli stessi operatori. L'allarme e' scattato intorno a mezzogiorno, a lanciarlo il titolare di un altro diving. Di solito ci si immerge insieme, ovvero piu' gruppi in una stessa area. Ogni gruppo con le proprie guide, ma tutti sanno il dove e il quando, le escursioni si preferisce farle in piu' gruppi contestuali proprio per essere in condizione di portare un eventuale soccorso.
Il 42enne e la ragazzina si sono tuffati, hanno raggiunto una delle tante cavita' marine della zona, e' cominciata l'esplorazione. Lo stesso hanno fatto altri sub, in punti non molto distanti. E proprio uno di loro si e' reso conto a un certo punto che, in base alla disponibilita' di ossigeno nelle bombole il collega, e la ragazzina sarebbero dovuti riemergere. Ma cosi' non era avvenuto e quindi ha intuito che fosse accaduto qualcosa ed ha lanciato l'allarme alla Guardia costiera di Ischia. Subito sul posto sono arrivate quattro unita' navali e sono stati fatti intervenire anche due velivoli, uno della stessa Guardia costiera e l'altro dei vigili del fuoco, nella convinzione che dall'alto potessero vedere meglio e prima di altri in acqua. Sul posto e' confluita anche una squadra di sub dei vigili del fuoco, oltre a numerose squadre di diving che operano nella zona, per un supporto in piu'. Il fondale in quel punto dell'immersione arriva a poco piu' di una quindicina di metri, per un sub esperto e' una misura facilmente colmabile per uscire dall'acqua.
A meno che non perda l'orientamento o - come potrebbe anche essere avvenuto - cerchi di recuperare il compagno di immersione che per un motivo qualsiasi ha perso a sua volta il contatto. L'ipotesi e' che la melma smossa dalle correnti in questi giorni di mare agitato o anche dagli stessi sub abbia tolta visibilita' al percorso attraverso cui i due erano scesi nella cavita', costringendoli a una terribile caccia nel buio alla ricerca della via d'uscita. Mentre intanto l'ossigeno nelle bombole cominciava a diminuire, e poi sempre piu' man mano che i secondi passavano e la ricerca si faceva piu' disperata. Fino ad esaurirsi del tutto. Il corpo senza vita del sub 42enne e' stato trovato a una decina di metri di profondita' e quindi recuperato e riportato in superficie, prestando attenzione a non smuovere ulteriormente la melma e quindi perdere quell'area di riferimento. Che intanto il personale della Guardia costiera e i vigili del fuoco hanno circoscritto, concentrando li' le ricerche dell'altro disperso.
E, come detto, a un certo punto il corpo della ragazzina e' stato visto, la zona e' stata ulteriormente contrassegnata per avere il giusto riferimento nel momento in cui si provera' a riportare la vittima in superficie in condizioni di assoluta sicurezza per i sub dei vigili del fuoco che devono muoversi in un ambiente fatto anche di insidie. Al momento non sono note le generalita' delle due vittime, anche se quelle del titolare del diving sono circolate nell'ambiente in cui l'uomo operava. (Agi)