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Scossa di Terremoto nel Mar Egeo: Magnitudo 5.9, paura da Creta alla Calabria

Redazione
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Scossa di Terremoto nel Mar Egeo: Magnitudo 5.9, paura da Creta alla Calabria
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Terremoto nell’Egeo scuote il Mediterraneo orientale: scossa di magnitudo 5.9 avvertita fino in Calabria

Un sisma profondo ma potente ha fatto tremare Creta, Israele e parte dell’Italia. Intanto, cresce l’allerta ai Campi Flegrei dove la terra continua a sollevarsi sotto i piedi dei residenti.

Una scossa di terremoto di magnitudo 5.9 ha colpito nella notte il Mar Egeo meridionale, alle 01:51 locali (00:51 in Italia), con epicentro localizzato al largo dell’isola greca di Creta, nei pressi dell’isola di Caso. Il sisma, rilevato dai sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e del Servizio Geologico degli Stati Uniti (USGS), si è originato a 84 km di profondità, una distanza significativa che ha però amplificato la propagazione delle onde sismiche.

Nonostante l’assenza di danni segnalati a persone o strutture, l’evento è stato chiaramente avvertito in un’ampia area: Israele, Libano, Cisgiordania, Egitto, e persino nel sud della Calabria, dove alcune segnalazioni parlano di letti e lampadari che hanno tremato per diversi secondi. Le autorità locali e i servizi di emergenza restano in allerta, monitorando eventuali scosse di assestamento.

Campi Flegrei: la terra trema e la popolazione teme

Se in Grecia la scossa è stata improvvisa, in Italia la paura è costante, soprattutto nell’area dei Campi Flegrei, dove il fenomeno del bradisismo – il lento sollevamento del suolo dovuto all’attività vulcanica – continua a generare preoccupazione. Solo nel mese di aprile si sono registrati quasi 500 terremoti nella zona, otto sciami sismici e una scossa di magnitudo 4.4.

Il capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, è stato netto: «Con una magnitudo 5 si contano i morti». Una dichiarazione forte, supportata dalla natura logaritmica della scala Richter: una scossa di 5.0 è otto volte più potente di una 4.4, e ben 32 volte più intensa di una 4.0. «Il pericolo è reale», afferma, «e servono controlli agli edifici, anche a quelli abusivi. La sicurezza non può aspettare la burocrazia».

La scienza parla chiaro: il suolo si solleva, ma il magma resta lontano

Secondo Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv, la caldera flegrea si è sollevata di 1,45 metri negli ultimi venti anni, con un’accelerazione di 27 centimetri da gennaio 2024. Tuttavia, al momento non ci sono segnali concreti di una risalita del magma. Il presidente dell’Ingv, Fabio Florindo, aggiunge che il tasso di sollevamento è rallentato a maggio, passando da 3 a 1,5 centimetri al mese.

La profondità del magma, secondo le rilevazioni, si attesterebbe tra gli 8 e i 4 chilometri, ma «non ci sono segni evidenti che stia salendo». Tuttavia, si continua a registrare la fuoriuscita di gas come CO₂ e monossido di carbonio, segni tipici di un’attività vulcanica in fermento.

Cittadini tra paura e responsabilità

Il messaggio delle autorità è duplice: nessun allarmismo, ma massima responsabilità. La Protezione Civile ha avviato una campagna di verifiche di vulnerabilità, con oltre 100 milioni di euro stanziati in cinque anni per analizzare gli edifici e rafforzare le strutture esistenti. Le richieste sono già centinaia: 573 a Pozzuoli, 443 a Napoli, 64 a Bacoli.

Anche le abitazioni abusive possono essere ispezionate, pur non potendo accedere a fondi pubblici. «È fondamentale capire se una casa può proteggere chi ci vive – conclude Ciciliano – e se non lo è, bisogna agire subito. Non voglio contare i morti».

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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