Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
ROMA, 18 GENNAIO 2013 - Il prossimo 2 febbraio è stato annunciato uno sciopero generale del comparto della scuola, che interesserà dunque i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, a tempo determinato e con contratti atipici, di docenti, non docenti e dirigenti. Il corteo avrà luogo a Roma. Lo sciopero, secondo quanto confermato da una nota del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è stato indetto da USI/AIT scuola.
Quello che il governo Monti, sfiduciato più volte da manifestazioni in piazza, ha sferrato alla scuola e all’università con la legge di stabilità è un duro colpo: scorrendo il documento 5534-bis-B, approvato alla Camera lo scorso 21 novembre 2012, si apprende che, rispetto all’articolo 1 comma 870 della legge del 27 dicembre 2006 n. 296, l’autorizzazione di spesa è ridotta di 20 milioni a partire dall’anno 2013.[MORE]
I sindacati non hanno digerito affatto questa riduzione. Il Presidente dall’Anief, Marcello Pacifico, afferma che «con l’attuazione di questi provvedimenti peggiorativi si mette a serio rischio il regolare funzionamento dell’istruzione pubblica italiana. La decurtazione del trattamento accessorio riservato al Fis, altra contropartita per la cancellazione dell’inaudita norma sull’introduzione delle 24 ore di insegnamento settimanale dei docenti di scuola media e superiore, comporterà un ulteriore ridimensionamento delle attività funzionali al Piano dell’offerta formativa». «Si continuano a tagliare fondi importanti all’istruzione pubblica - continua Pacifico - in controtendenza con quanto avviene nei paesi più sviluppati».
Anche il mancato stanziamento di 300 milioni di euro per il fondo di finanziamento delle università definito dal Ministro Profumo come «un errore strategico che pregiudica il funzionamento dell'intero sistema della formazione superiore», ha suscitato polemiche da parte dei sindacati che scenderanno in piazza il 2 febbraio.
Dal volantino redatto dal Coordinamento Nazionale della Scuola emerge che i motivi dell’agitazione riguardano principalmente la difesa della scuola pubblica: si è ormai stanchi dei continui finanziamenti alle scuole private. Si legge inoltre che la scuola pubblica è un bene comune e di tutti; la scuola pubblica garantisce un diritto fondamentale. Del resto lo afferma l’articolo 33 comma 2 della Costituzione Italiana: “La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”.
Il coordinamento pertanto si propone di rifinanziare la scuola statale, reduce dai tagli agli organici effettuati già dal governo Berlusconi. Si chiede l’assunzione dei lavoratori precari, in modo tale da poter ottemperare la normativa europea che impone la stabilizzazione dei lavoratori che lavorano da oltre tre anni nella scuola pubblica. Inoltre si chiede l’abrogazione dell’articolo 1, comma 149 della legge di stabilità che vorrebbe una differenziazione delle scuole in base al “merito” per quanto riguarda la concessione dei finanziamenti, provvedimento che comprometterebbe il ruolo istituzionale della scuola pubblica.
L’appello di prendere parte a questa manifestazione è rivolto anche a quanti si mobilitano in difesa di altri beni comuni perché sì, la scuola è un bene pubblico e in quale tale va difeso.
(immagine da La Stampa)
Rossana Palazzo