Strage Parigi, identificato un secondo sospetto: è caccia all'uomo in Belgio
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BRUXELLES, 21 MARZO 2016 – Dopo la cattura di Salah Abdeslam, la polizia belga sarebbe ora sulle tracce di un secondo terrorista ancora in fuga accusato di aver pianificato gli attacchi a Parigi. Si tratterebbe di Najim Laachraoui, un 24enne che si nascondeva dietro l'identità di Soufiane Kay. Grazie al dna, Laachraoui è stato identificato come uno dei complici del superterrorista arrestato a Bruxelles venerdì scorso. Contro di lui è stato notificato un mandato d'arresto. [MORE]
I media transalpini riferiscono che tracce di dna di Najim Laachraoui sono state individuate su diverse cinture esplosive ritrovate in Francia.
Il 24enne è ricercato dal 4 dicembre. All'inizio del settembre 2015, mentre stava rientrando in Europa, era stato intercettato alla frontiera tra Austria e Ungheria. Durante i controlli di routine a cui era stato sottoposto si era servito della falsa identità di Soufiane Kayal. In quell’occasione si trovava in compagnia di Salah Abdeslam, considerato il coordinatore logistico degli attentati dello scorso 13 novembre a Parigi, e di un terzo uomo che si nascondeva dietro il nome di Samir Bouzid.
Successivamente, grazie alle tracce di dna scoperte in alcune abitazioni nella città di Auvelais e nel distretto di Schaerbeek a Bruxelles, gli inquirenti sono riusciti a risalire alla vera identità di Kayak, che in realtà è Najim Laachraoui. Per quanto riguarda Samir Bouzid, gli investigatori riferiscono che «molto probabilmente» il suo vero nome era Mohamed Belkaid ed è rimasto ucciso il 15 marzo durante uno scontro a fuoco con la polizia a Bruxelles.
Intanto, dopo l’arresto, Salah Abdeslam si è detto contento che fosse «finita». «Non ne potevo più», ha dichiarato.
Parole che trovano conferma anche in quelle del suo legale, Sven Mary, che ha inoltre precisato che Salah Abdeslam ha «informazioni di grande valore» per gli investigatori ma «non ha mai detto di voler diventare un informatore». In merito alla richiesta di estradizione in Francia, l'avvocato ha dichiarato: «Non c'è una sola ragione per la quale non dovrebbe essere trasferito in Francia, tutto quello che voglio è controllare la legittimità dell'ordine di arresto europeo. Faccio il mio lavoro, non si tratta di guadagnare tempo, sarà il magistrato a decidere dove va».
[foto: news.leonardo.it]
Antonella Sica