Standard & Poor's: «C'è sempre meno coesione tra i Paesi membri». Ue perde la tripla A
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MILANO, 20 DICEMBRE 2013 – Il giorno dopo all’accordo sull'Unione bancaria, definito dal presidente Ue Herman Van Rompuy, «il più grande passo in avanti dalla creazione dell’euro», questa mattina arriva la bocciatura da parte di Standard & Poor's che ha tolto la tripla A all’Unione europea, a causa delle crescenti tensioni tra gli Stati membri sul finanziamento del bilancio europeo e per la perdita di coesione al suo interno.
Così, l’Ue viene declassata di un gradino – rispetto al primato AAA – passando ad "AA +", mentre l'outlook è stabile. In particolare, puntualizza S&P: «La perdita della tripla A riflette la nostra convinzione che la credibilità complessiva dei 28 Paesi membri della Ue in materia di credito si sia indebolita, il profilo finanziario deteriorato e la coesione allentata». Inoltre, aggiunge l’agenzia di rating: «i negoziati sul nuovo bilancio segnalino rischi crescenti sul supporto di alcuni Stati membri all’Unione nel suo complesso». [MORE]
Tuttavia, la suddetta decisione non coglie troppo impreparati visto che l’UE – dal gennaio 2012 – era diventata una sorta di sorvegliata speciale e, molti dei suoi Paesi membri sono stati colpiti dalla scure di una delle tre principali agenzie di rating. Così, allo stato attuale, solo cinque i Stati della Ue sono riuscite a preservare la tripla A: Germania, Finlandia, Lussemburgo, Svezia e Danimarca.
Non si è fatta attendere la replica piccata di Bruxelles: «Una decisione più povera che standard», che precisa: «Il bilancio è solido ed approvato all’unanimità». «I nostri amici delle agenzie di rating non hanno capito nulla di noi. L’Ue non ha debito, né deficit. Abbiamo risorse stabili legati a obblighi di bilancio. Se fossi un operatore finanziario sarei più tranquillo a fare affari con l’Ue piuttosto che con qualunque altro stato». Bruxelles, conclude con un ultima affilata stoccata: «Questi sono i signori che davano la tripla AAA a Lehman Brothers, che prevedevano l’implosione dell’euro e l’uscita della Grecia dall’Eurozona. Hanno sbagliato tutto, ma non li ho sentiti dirlo. Sperano che la gente se ne dimentichi».
Al tono polemico dell’Ue, che si appella ai giudizi poco attendibili diffusi nel tempo da S&P (osservazione che si è giusto estende anche alle altre due consorelle), sarebbe più opportuno soffermarci - come è stato fatto già in passato - su un altro aspetto: le agenzie di rating non sono la “Bibbia”, visto chi tira e controlla le fila dei sopraindicati "controllori", ovvosia i facoltosi soci che detengono parte del loro pacchetto azionario. Cominciamo a ridimensionare la portara di tali - non del tutto super partes - giudizi.
(Fonte: Ansa)
Rosy Merola