Stamina, Vannoni: «Ospedale rispetti sentenze». Regione: «Cerchiamo medici disponibili a infusioni»
Cronaca Lombardia

Stamina, Vannoni: «Ospedale rispetti sentenze». Regione: «Cerchiamo medici disponibili a infusioni»

lunedì 5 maggio, 2014

BRESCIA, 5 MAGGIO 2014 - È un continuo divenire la diatriba sul reale utilizzo del metodo Stamina. Quest’oggi, dinanzi gli Spedali Civili di Brescia, numerosi pazienti si sono radunati al fine di chiedere la ripresa della terapia.

Con loro vi erano il presidente di Stamina Foundation, nonché inventore dello stesso metodo, Davide Vannoni, candidato alle prossime elezioni europee, ed il suo braccio destro, per altro vicepresidente della Fondazione, il medico Mario Andolina.

«Voglio vedere se l’ospedale non rispetta le sentenze della magistratura – ha affermato Vannoni –. Io in una mia azienda non mi rifiuterei mai di eseguire un ordine scritto da un tribunale». Di fatto, così come imposto da sentenze dei Tribunali Italiani, ove vi sono medici disponibili all’applicazione del metodo Stamina è possibile portare avanti le cure in tal modo.

Questo è quanto confermato anche dall’assessore alla salute Regione Lombardia, Mario Mantovani, il quale al termine della riunione in commissione Sanità regionale ha affermato: «Noi abbiamo scritto a tutti i dirigenti delle aziende ospedaliere chiedendo se c’è qualche medico disponibile a fare le infusioni e stamattina stiamo facendo questa richiesta, vediamo – ha aggiunto Mantovani – se qualche medico si renderà disponibile».

Tale situazione è dovuta, secondo lo stesso assessore Mantovani, all’indisponibilità dei medici presenti agli Spedali Civici di Brescia, poiché, come egli spiega, «nessun medico vuole praticare le infusioni. È una posizione legittima – ha spiegato – ma i giudici ci impongono di continuare i trattamenti».[MORE]

Ci si muove così in un campo minato, considerato che, continua Mantovani, «la magistratura ci crea confusione: da un lato inquisisce medici e responsabili per quanto riguarda le infusioni praticate, mentre dall’altro ce le impone. Ci sentiamo – ha concluso – dei cittadini messi in difficoltà da un sistema giudiziario che non funziona».

(Immagine da espresso.repubblica.it)

Giovanni Maria Elia

 


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