Spara e uccide un ladro, indagato per omicidio volontario: niente sangue in casa e corpo sulle scale
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MILANO, 21 OTTOBRE 2015 - Non sono state trova tracce di sangue nella casa di Vaprio d'Adda in provincia di Milano di Francesco Sicignano, il pensionato che nella notte tra lunedì e martedì ha ucciso un ladro albanese. Così i primi accertamenti mettono in dubbio la ricostruzione fatta dall’uomo e si affaccia l’ipotesi che il pensionato abbia sparato al ladro quando era ancora fuori dall’abitazione, dove in effetti è stato poi ritrovato il cadavere. Sicignano, verrà quindi formalmente indagato per omicidio volontario e non per eccesso colposo di legittima difesa. Ma lui si difende: “Non volevo ucciderlo, mi dispiace per quel giovane”. [MORE]
Interrogato questa mattina per un’ora e mezzo dal pm di Milano Antonio Pastore, il pensionato ha confermato al magistrato in sostanza quanto già detto ieri agli investigatori, ossia di aver visto in casa un'ombra che gli veniva incontro minacciosa e di aver sparato. L'uomo ha spiegato al pm che era da solo quando ha visto in casa il ladro. L'albanese, sempre stando alla versione dell'indagato, si sarebbe trascinato fuori dall'abitazione ancora vivo e sarebbe morto sulle scale esterne. Una ricostruzione, questa, però, che non coincide con gli accertamenti degli investigatori, perché nella casa non sono state trovate tracce di sangue. Ora gli inquirenti attendono altre risposte dall'autopsia che è stata disposta e dagli esami balistici. Il giovane albanese, a quanto sembra, sarebbe stato colpito frontalmente con un proiettile al cuore.
Gli accertamenti sull’identità della vittima hanno confermato che l’albanese, di 22 anni, era irregolare nel nostro Paese da dove era stato espulso con un volo da Malpensa nel 2013 dopo aver scontato una condanna in carcere per reati contro il patrimonio nel 2012. Nel passato di Sicignano, sono stati trovati solo remoti e piccolissimi precedenti penali di natura finanziaria, nessun reato di sangue. L’uomo, originario di Terracina, ha aperto e chiuso una mezza dozzina di imprese di costruzioni tra Milano, la Brianza e Vaprio, dove era venuto ad abitare all’inizio degli anni Settanta e dove ha gestito negozi di elettrodomestici e strumenti musicali.
Intanto il fatto di cronaca, da giudiziario, diventa politico, con la Lega Nord in campo per difendere il pensionato indagato per omicidio volontario. “È una aberrazione, io sto dalla parte di Abele non di Caino", ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni che già ieri aveva parlato di spese legali a carico della Regione: "C'è chi protegge criminali e non le vittime. Qui non è un problema di leggi ma di interpretazioni che fa il magistrato". L'accusa di omicidio volontario, ha ribadito, "è incredibilmente sbagliata”, “il messaggio che dai è che non puoi difenderti e che se uno entra illegalmente in casa tua devi alzare le mani, è una cosa che non esiste”: “Cosa doveva fare questa persona, fermarlo e chiedergli se era armato e che intenzioni avesse?”.
Tiziano Rugi