Sicilia, Casini ed il riavvicinamento a Berlusconi: tensioni tra Pd e Udc
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PALERMO, 4 FEBBRAIO 2014 - Nella storia della politica nazionale la Sicilia è stata spesso laboratorio indiscusso per i salotti romani. Ogni equilibrio raggiunto o interrotto a Roma si era di fatto già verificato nell’isola.
Tuttavia, il recente riavvicinamento, tutto da consolidare, tra Pier Ferdinando Casini e Silvio Berlusconi ha questa volta segnato la strada inversa. Se a Roma, infatti, i due leader sono impegnati nel rilasciare dichiarazioni dai toni ammiccanti, in Sicilia tale sentimento di pacificazione non è stato di certo gradito dal Pd, specie se si considera che assieme all’Udc guida la maggioranza di Palazzo d’Orleans.
In tal senso ha tuonato, quest’oggi, il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli: «L’abbraccio di Casini con Berlusconi pone l’Udc siciliana fuori dalla maggioranza di governo della Regione. La politica è infatti il regno del possibile e la Sicilia laboratorio politico per antonomasia, ma – ha spiegato – non si governano i processi di cambiamento con l’ambiguità, l’incoerenza, le geometrie variabili e maggioranza camaleontiche in giro per l’Italia. Le persone non capirebbero ed io per primo Noi abbiamo come orizzonte un’alleanza tra riformisti e democratici e quindi le strade non si incontrano. Chiedo pertanto – ha concluso Ferrandelli – una verifica urgente di maggioranza».
Dal fronte opposto non si è fatta attendere la diretta risposta del presidente regionale dell’Udc, Margherita La Rocca Ruvolo: «L’onorevole Ferrandelli dovrebbe sapere che “pacta sunt servanda” e conseguentemente l’Udc non intende venire meno a quel patto siglato con gli elettori che ha permesso la vittoria di Rosario Crocetta».
Eppure le cose non sono così scontate e semplici come l’Udc vorrebbe far credere. Sulla possibilità, infatti, che il partito di Casini in Sicilia possa continuare a condividere con il Pd l’attuale esperienza di governo, ai dubbi del deputato Ferrandelli si aggiungono quelli del capogruppo democratico dell’Ars, Baldo Gucciardi: «l’alleanza fra Pd e Udc alle scorse regionali era fondata sulla volontà comune di voltare pagina: è evidente – afferma Gucciardi – che se a Roma si sancissero nuove alleanze stabili che vanno nella direzione opposta al nostro progetto, un minuto dopo il Pd siciliano aprirebbe un ragionamento sulla maggioranza che sostiene il governo regionale».[MORE]
Insomma, l’Udc potrebbe diventare davvero l’ago della bilancia sia per il governo nazionale, dove non sarebbe di certo gradito un ritorno di fiamma tra il Cavaliere e Casini, sia per le sorti del governo siciliano. Nel frattempo Forza Italia sta alla finestra, anche se, come si evince dalle parole del senatore Giuseppe Ruvolo, gradirebbe una certa presa di posizione: «sarebbe utile – dice Ruvolo – una sorta di ravvedimento operoso di Casini, dal momento che ad oggi sostiene in maniera convinta i governi Letta e Crocetta. Gli elettori di centrodestra apprezzerebbero sicuramente la scelta di coerenza se togliesse loro il sostegno».
(Immagini da tgcom24.mediaset.it)
Giovanni Maria Elia