Si suicida dopo uno stupro, Facebook usa la sua foto per una pubblicità
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Si suicida dopo uno stupro, Facebook usa la sua foto per una pubblicità

mercoledì 18 settembre, 2013

HALIFAX (CANADA), 18 SETTEMBRE 2013 - Facebook ha chiesto scusa per aver pubblicato in una pubblicità di un sito di incontri la foto di Rehtaeh Parsons, una ragazza 17enne canadese che si è tolta la vita alcuni mesi fa in seguito ad uno stupro.

La ragazza era stata violentata da quattro ragazzi all’età di 15 anni, dopo una festa. Successivamente a quell’episodio la sua vita non era più la stessa. Le foto di quel tragico evento erano finite on line e la ragazza riceveva continuamente telefonate di insulti e di proposte sessuali.[MORE]

Due anni dopo Rehtaeh non ce l’ha più fatta a sopportare l’umiliazione e ha deciso di togliersi la vita impiccandosi. I genitori della ragazza hanno quindi intrapreso una battaglia contro il bullismo e il cyberbullismo nelle scuole. Di fronte a quel dramma si mosse anche il movimento di hacker Anonymous che aiutò le forze dell’ordine, le cui indagini fino a quel momento avevano ottenuto scarsi risultati, ad individuare e ad arrestare i colpevoli dell’abuso.

Tuttavia la violenza nei confronti di Rehtaeh non sono finiti con la sua morte. I genitori hanno scoperto che la foto della figlia è stata utilizzata da Facebook per una pubblicità di un sito di incontri.

«Trova l'amore in Canada! Incontra ragazze e donne canadesi per amicizia, incontri, relazioni», recitava l’annuncio con accanto l’immagine sorridente di Rehtaeh.

Un portavoce del social media ha divulgato un comunicato di scuse per l’episodio, definito come una grave violazione delle politiche della società, e ha annunciato che il sito d’incontri Ionechat.com è stato bannato.

Paolo Massari


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