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CATANZARO - 19 APRILE 2016 - A Catanzaro ritorna il Prog e lo fa in grande stile.
Nella cornice colorata e piena di storia del Museo del Rock di Catanzaro, sabato 17 aprile a partire dalle ore 18:00 protagonista eccezionale è stata la buona musica, quella che neanche i primi caldi primaverili riescono a fermare. [MORE]
Un’iniziativa di Piergiorgio Caruso e degli “Amici del Museo”, da Antonio Ludovico a Giampiero Ferro, che con i suoi sounds progressive ha accompagnato un pubblico variegato e trasversale, partecipativo ed interessato.
A dar inizio alla serata la band catanzarese Le Hibou, unita ed avvincente come sempre, che ha presentato l’Ep. “Mirrors”, il loro terzo album frizzante e creativo, pubblicato da poco, ma che ha già raggiunto ottimi risultati.
Alle spalle di Bob Dylan e dei Kinks, ha aperto le danze Scares don’t scare, tra chitarra, batteria e basso, e la voce grintosa della cantante Azzurra Suraci, che si è divertita ad entusiasmare con tanta adrenalina e pennellate vibranti sul piano, facendo assaporare il fascino anche di qualche canzone degli album precedenti.
Passaggio di testimone, poi, al cantautore calabrese Carmine Torchia che, insieme a Matteo Frullano e Matteo D’Alessandro, ha voluto regalare un momento suggestivo e quasi poetico con la musica d’autore.
Un’entrata ricca di emozione per lui, che con “Dio non è un santo” ha presentato il suo nuovo album “Affetti con note a margine”: 13 canzoni come lettere mai spedite più una cover di Leo Ferrè, che sono in tour in Italia ed oltre ed aspettano solo di essere ascoltate a cuore aperto.
Così, proprio con l’omaggio al cantautore e scrittore monegasco, Carmine Torchia ha lasciato il palco all’internazionalità e all’esperienza di Richard Sinclair, a fianco del giovane artista Gianluca Milanese e del suo incantevole flauto traverso.
Nell’atmosfera calda e sognante della sera, quell’uomo con il basco, gli occhiali e quello strano doppio manico basso - chitarra, già dalla prima canzone Calyx, è riuscito a riportare tutti alle atmosfere anni 60’-70’, a quell’esplosione di genialità musicale tra progressive e rock che ha segnato la storia del Canterbury Sound.
Bravura e un pizzico di autoironia per Sinclair, militante in varie band come Caravan, Hatfield and The North, Camel, In Cahoots e, prima di tutto The Wilde Flowers, a cui hanno preso parte tutti i maggiori musicisti della scena dell’epoca, da Hugh Hopper a Robert Wyatt, da Kevin Ayres a Pye Hastings.
Un evento, dunque, onorato da organizzatori ed ospiti nel migliore dei modi e, quindi, arrivederci al prossimo appuntamento con la storia!!.
Iolanda Raffaele