Ruby, protesta davanti al Tribunale: «Distrutta per colpire Berlusconi»
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MILANO, 04 APRILE 2013 - 'Ruby' Karima El Marough - nota alla cronaca italiana per essere al centro di due processi milanesi inerenti i presunti festini a luci rosse (bunga bunga) ad Arcore, nella residenza di Silvio Berlusconi - questa mattina ha protestato davanti al Palazzo di Giustizia di Milano: «Non è giusto che si nasconda la verità», così ha dichiarato la ragazza leggendo un lungo comunicato.
Ruby ha proseguito il suo sfogo: «Non ho nulla di cui vergognarmi e nulla da nascondere. Chiedo di essere sentita dai giudici di Milano, spero che mi chiamino. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, e che questo avvenga nelle sedi istituzionali». La ragazza ha sottolineato : «Non sono una prostituta, devono ascoltarmi. Per colpire Berlusconi la stampa ha fatto del male a me. La violenza che più mi ha segnato è stata quella del sistema investigativo. Dei ripetuti interrogatori che ho subito solo alcuni sono stati messi a verbale. Ho subito una tortura psicologica, un atteggiamento apparentemente amichevole ma improvvisamente mutato quando non ho accusato Silvio Berlusconi». [MORE]
E ancora: «A quel punto sono iniziate le intimidazioni subliminali. Una volta, non potendone più, sono addirittura scappata dalla comunità di Genova. Sono rientrata convinta da un amico e di fronte alla pressione incessante dei magistrati ho ceduto: era più facile dire sì e raccontare storie inverosimili piuttosto che farmi angosciare o peggio fare accettare la verità che avrei voluto raccontare».
Ruby, in lacrime, prosegue mostrando il passaporto ai presenti: «Mi dispiace di aver mentito sulla mia parentela con Mubarak, ho fatto una gran cavolata. Mi scuso anche di altre bugie, mi servivano a costruire una vita parallela, un'origine diversa dalla povertà. Ma non mi vergogno delle mie origini».
Dopo aver concluso la lettura del comunicato, non ha voluto rispondere alle domande dei giornalisti.
(fonte: Corriere della Sera. Fotogramma: nanopress.it)
Rosy Merola