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ROMA, 23 LUGLIO – La capitale va verso il razionamento drastico di erogazione dell’acqua, dopo lo stop della Regione, annunciato da Zingaretti, ai prelievi dal lago di Bracciano a partire da venerdì 28 luglio.[MORE]
Come avverrà il razionamento. Il lago di Bracciano, l’unica vera fonte di acqua per Roma, è ormai considerato a rischio ambientale. Il piano dell’azienda che gestisce la rete idrica della capitale, Acea, prevede turni di stop di otto ore consecutive e la divisione della città in due quadranti da almeno 1,5 milioni di residenti; l’acqua sarà erogata a turno a ciascun quadrante e quindi ogni 24 ore un romano su due rimarrà senza acqua, in totale, per sedici ore.
Il piano riguarda circa tre milioni di utenti all’interno del Raccordo: case, negozi, uffici, ma anche ospedali e caserme. Saranno poi posizionate autobotti nelle aree strategiche della città e saranno chiusi tutti i “nasoni”, le fontanelle simbolo della capitale: solo 85 rimarranno aperti per effettuare il campionamento. Nessun problema per i parchi della capitale, innaffiati con acqua proveniente dal Tevere.
Il rischio ambientale. Il lago rappresenta la riserva idrica della capitale e l'Acea, la società gerente la rete idrica romana, negli ultimi mesi ha dovuto disporre un piano di prelievo dal lago per compensare la siccità dell'estate 2017: oltre milli litri al secondo a giugno, 1.800 a luglio, 800 ad agosto e 1.600 a settembre. La siccità ha fatto il resto e ora il lago è oltre 35 cm sotto il livello minimo consentito dalle norme. Acea ha cinque giorni per una soluzione. Non sarà facile. Le altre fonti, a causa della siccità, riescono a coprire la metà del fabbisogno della città, che supera i 18mila litri al secondo: in sostanza, Roma dipende dall’acqua di un lago che non ha affluenti.
Maria Azzarello
Fonte immagine: VisitLazio