Rimborsopoli, Wanda Ferro: nessuna speculazione, ma Oliverio non ha saputo dare risposta politica
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Riceviamo e pubblichiamo
CATANZARO, 27 GIUNO 2015 – Di seguito una dichiarazione della vice coordinatrice regionale di Forza Italia, Wanda Ferro, sulla vicenda “rimborsopoli”: Il dubbio rappresenta il vero pregio di ogni politico perché solo il dubbio permette di solcare le tracce delle verità. Ma quali verità? Quelle della magistratura o quelle della politica? E così, molti tra noi, continuano a ripetere che sarà la magistratura a dimostrare ciò che è vero o ciò che è falso, naturalmente dopo i tre gradi di giudizio. [MORE]
Non mi interessa prendere parte alle contese sulla presunta colpevolezza di questo o quel politico, ma tentare di capire chi e cosa debba essere delegittimato. Sono consapevole che nessuno può insegnare nulla, ma lo tsunami che ha investito l’intera giunta regionale – mi scuso per l’eufemismo – merita una riflessione da parte di tutta la politica. E non si tratta di giustizialismo, che ho sempre ritenuto un grave errore: si tratta di acquisire la consapevolezza che qualcosa non funziona in gran parte della nostra classe dirigente, con le conseguenze che i cittadini pagano ogni giorno sulla propria pelle.
La Magistratura sia ferma e rigorosa nell’esercizio delle sue funzioni sino alla conclusione delle inchieste che condurranno alla verità processuale, ma, intanto, è la politica che ha l’obbligo di dare le risposte che la gente esige per evitare ulteriori gravi conseguenze. Quella politica che ormai ha delegittimato se stessa, ma che deve ritrovare la capacità di fare proprie le ansie e le paure di ciascuno. Senza azzardare alcuna previsione sulla possibile evoluzione della situazione venutasi a creare nel governo della nostra regione, e senza cedere alla tentazione di speculare sulle vicende giudiziarie, è certo che il Presidente Oliverio non ha saputo dare la risposta politica alla forte domanda di cambiamento che pure aveva promesso in campagna elettorale. Parlare a se stessi nelle sale mezze vuote o arroccarsi in quel di Palazzo Alemanni, in completa solitudine o in compagnia di pochi “eletti”, significa non comprendere i bisogni della gente, significa essere autoreferenziali e rappresentare solo se stessi senza avere la capacità neanche di misurare la distanza dalla gente.
Il presidente Oliverio merita il premio dell’inconsistenza, specie quando afferma che presto darà vita ad una nuova giunta espressione del presidente, come se quella attuale, ormai delegittimata, fosse stata imposta da qualcuno. Magari è stata frutto di una coalizione da lui troppo allargata e composta dai rappresentanti di quel potere e di quel regionalismo che avremmo dovuto insieme combattere per puntare al rinnovamento, in una battaglia che alla fine mi ha visto combattere da sola. Sino ad ora nel governo regionale si è respirata un’aria da ricerca affannosa di “mediazione politica” che è più corretto definire di compromesso, quel compromesso che induce all’affidamento di incarichi e funzioni che hanno il mero fine della gestione del potere. E proprio mentre Oliverio vede delegittimato persino se stesso, continua senza pudore ad annunciare la nuova giunta solo dopo l’entrata in vigore del nuovo statuto. Quando le idee sono chiare e quando non si è ostaggio di qualcuno, non c’é bisogno di tanti giri di parole: Oliverio faccia la giunta in dodici ore o abbia il decoro di dimettersi risparmiando ai calabresi l’ennesima brutta figura e restituendo alla Calabria la dignità che merita.