Revocata la confisca da 215 milioni all'imprenditore Alfonso Annunziata: "Era vittima, non complice della 'ndrangheta"


REGGIO CALABRIA – Il Tribunale di Reggio Calabria, sezione Misure di Prevenzione, ha revocato la confisca dei beni – per un valore complessivo di 215 milioni di euro – nei confronti dell’imprenditore Alfonso Annunziata, ordinandone l’integrale restituzione.
Il provvedimento giunge in seguito all’assoluzione dello stesso Annunziata nel processo d’appello che lo vedeva imputato per concorso esterno in associazione mafiosa.
L’imprenditore era accusato di presunti legami con la cosca Piromalli di Gioia Tauro. Accuse, tuttavia, cadute nel vuoto in sede penale: secondo i giudici, non solo Annunziata è risultato estraneo a contesti criminali, ma sarebbe stato addirittura vittima della 'ndrangheta.
Restituiti beni per 215 milioni di euro
La revoca riguarda un ingente patrimonio:
l’intero assetto aziendale di quattro imprese;
partecipazioni in due società di capitali;
85 unità immobiliari;
42 rapporti finanziari, sia personali che aziendali;
700 mila euro in contanti.
Tra i beni restituiti anche il Parco commerciale "Annunziata" di Gioia Tauro, uno dei centri più grandi della Calabria.
La difesa: "Giustizia dopo 10 anni di sofferenze"
Gli avvocati Armando Veneto, Giuseppe Macino e Vincenzo Maiello, difensori dell’imprenditore, hanno espresso soddisfazione per la sentenza,
sottolineando come la decisione del Tribunale recepisca quanto già sancito in sede penale:
“La Corte d’Appello ha accertato la totale estraneità del nostro assistito alla criminalità organizzata. Alfonso Annunziata è stato ingiustamente travolto da un'accusa infamante e da un procedimento durato un decennio, che ha generato gravi danni imprenditoriali, personali e familiari”.