Normative, rischi e sanzioni: Privacy sul lavoro - Quando le telecamere diventano un problema?
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Quando le telecamere sul lavoro violano la privacy?
Videosorveglianza sul lavoro: regole, condizioni e requisiti a tutela della riservatezza dei lavoratori. Scopriamo quali sono le norme da rispettare, le sanzioni per chi non le osserva e le conseguenze legali.
ROMA - L’installazione di telecamere nei luoghi di lavoro è un argomento delicato, regolamentato da normative precise per garantire la riservatezza dei dipendenti. La violazione di tali norme non solo invalida l'uso dei filmati per sanzioni disciplinari, ma può anche comportare conseguenze legali per il datore di lavoro. Ma quali sono le regole sulla videosorveglianza? E quando le telecamere sul lavoro violano la privacy?
Quando sono vietate le telecamere sul lavoro?
Secondo l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori (Legge 300/1970, aggiornato dal D.Lgs. 151/2015 e dal D.Lgs. 104/2022), il datore di lavoro non può utilizzare le telecamere per un controllo fine a sé stesso dell'attività dei dipendenti. Le postazioni di lavoro fisse e aree dedicate all’attività lavorativa, così come bagni e spogliatoi, non possono essere inquadrate.
Le telecamere non devono puntare direttamente sui dipendenti, a meno che non vi siano sospetti fondati di illeciti (come furti o frodi). Tuttavia, i dipendenti possono essere ripresi in aree di passaggio o corridoi. Le riprese occasionali sono consentite solo per esigenze organizzative, produttive, di sicurezza sul lavoro o per la tutela del patrimonio aziendale, purché non richiedano il consenso dei lavoratori.
Regole per l'installazione
Per installare le telecamere, il datore di lavoro deve ottenere:
1. L'accordo con le rappresentanze sindacali aziendali.
2. In assenza di queste, l’autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro.
È obbligatorio fornire un’idonea informativa ai lavoratori sui dati personali trattati mediante le telecamere. La visibilità dell’informativa è essenziale: deve essere facilmente accessibile e leggibile da tutti i dipendenti. Per le imprese con unità produttive in diverse province o regioni, l'accordo può essere stipulato con le rappresentanze sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale.
Conseguenze delle violazioni
L'uso improprio delle telecamere comporta:
- Reato a carico del datore di lavoro**, denunciabile dai lavoratori o dalle autorità ispettive.
- Inutilizzabilità dei filmati per contestazioni disciplinari.
La Corte di Cassazione ha chiarito (sent. n. 50919/2019) che anche con finalità di sicurezza, è necessario l'accordo sindacale, e il consenso individuale dei dipendenti non è sufficiente, poiché potrebbe essere dato sotto pressione.
Sanzioni
Il mancato rispetto delle normative sulla videosorveglianza può comportare sanzioni penali e amministrative per il datore di lavoro. Tra le sanzioni amministrative previste dal GDPR (Regolamento (UE) 2016/679) vi sono:
- Multe fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato mondiale totale annuo dell’esercizio precedente, se superiore.
- Sanzioni penali per la violazione delle disposizioni in materia di tutela dei dati personali e di privacy.
Posizionamento delle telecamere
Le telecamere possono essere poste ovunque si svolga l’attività lavorativa, tranne che in bagni e spogliatoi. Devono essere presenti cartelli di avviso della videosorveglianza, facilmente leggibili da tutti.
Accesso ai filmati
Il datore di lavoro deve nominare un responsabile per il controllo dei filmati, notificandolo ai lavoratori. La videosorveglianza diretta da parte del direttore di un supermercato, ad esempio, è vietata per evitare violazioni dell’art. 4 dello Statuto dei lavoratori.
La conservazione dei dati non deve superare i sette giorni, come indicato dal Garante per la protezione dei dati personali (provv. 11.04.2024). Se le registrazioni comportano rischi elevati, è necessaria una valutazione di impatto preventiva.
Eccezioni
In casi eccezionali, la giurisprudenza ammette l’uso di telecamere senza autorizzazione sindacale o dell'Ispettorato, e senza avviso, per "finalità difensive". Questo avviene solo quando vi sono seri indizi di gravi illeciti da parte di un dipendente, come un cassiere che sottrae contanti. In tali ipotesi, è legittimo l’uso di telecamere nascoste, e i filmati possono essere utilizzati contro il lavoratore.
Il rispetto delle normative sulla videosorveglianza sul lavoro è fondamentale per garantire la privacy dei lavoratori e prevenire l'uso improprio dei dati raccolti. I datori di lavoro devono seguire procedure precise per l'installazione e l’uso delle telecamere, mantenendo un equilibrio tra esigenze aziendali e diritti dei dipendenti.