Processo Ruby, la parola passa alla difesa di Berlusconi. Ghedini: «Giudici di Milano prevenuti»
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MILANO, 03 GIUGNO 2013 – Al Palazzo di giustizia di Milano, in corso le ultime battute del Processo Ruby. Infatti, dopo la requisitoria del procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, che ha chiesto sei anni di reclusione (5 per concussione e 1 per prostituzione minorile) e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi - per quello che è stato definito il ‘sistema prostitutivo di Arcore’ - la parola passa alla difesa.
Il primo a rivolgersi alla Corte, l'avvocato Niccolò Ghedini che sta procedendo a smontare punto per punto le accuse formulate dai pm, attaccando i giudici davanti ai quali si sta celebrando il processo, definendoli «prevenuti». Il legale ha proseguito la sua arringa di difesa sostenendo: «Nel corso di questo processo , ho avuto l'impressione di ingenerare un certo qual fastidio nei confronti dei giudicanti. Analogo fastidio non sembra ingenerare la procura della Repubblica». [MORE]
Ghedini, riferendosi - in generale - alle requisitorie dei pubblici ministeri, ha sottolineato che «il pm Antonio Sangermano ha parlato di un altro processo», accusando il collegio dei giudici di mostrare «una vicinanza culturale». A tal riguardo, in apertura del suo intervento, il legale ha chiesto di acquisire i verbali delle dichiarazioni rese da Ruby nel processo parallelo (definito 'Ruby 2') a Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora.
In merito alla richiesta di pena del procuratore aggiunto Boccassini, Ghedini l’ha definita:«Stratosferica e straordinaria. Non sono state concesse le generiche a Berlusconi perché gli avvocati hanno sentito dei testimoni ad Arcore, non gli sono state date nella richiesta della Procura per colpa degli avvocati, non dell'imputato». L’avvocato di Berlusconi ha proseguito: «La Procura dimentica che Arcore è un grande complesso di edifici e da una decina di anni sia io che Longo abbiamo uno studio di appoggio, tanto è vero che nelle assunzioni testimoniali appare il nome di una nostra segretaria».
Per quanto concerne Ruby e Mubarak, Ghedini ha dichiarato:«Silvio Berlusconi ha parlato di Ruby ad un pranzo ufficiale con il presidente dell'Egitto. Questo vuol dire che aveva l'assoluta convinzione che fosse egiziana. Se no, come avrebbe fatto a parlare di una ragazza minorenne, marocchina, che viveva in Sicilia, in stato di povertà, il cui padre era un ambulante?», sostenendo che «La circostanzatrova conferma dalla testimonianza rilasciata in aula da Valentino Valentini, ex consigliere di Berlusconi per la politica estera, che però la Procura ritiene un teste falso».
L'avvocato ha concluso la sua arringa, chiedendo la completa assoluzione per il suo assistito in quanto, riferendosi al reato di concussione, «il fatto non sussiste». Il processo riprenderà nel pomeriggio, con l'arriga difensiva dell'altro legale del collegio difensivo dell'ex Premier.
Con le arringhe da parte della difesa di Silvio Berlusconi, il processo è agli sgoccioli. Infatti, è attesa per fine mese la sentenza finale per questo grado di giudizio.
(fonte: La Repubblica, Corriere della Sera)
Rosy Merola