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ROMA, 11 GENNAIO 2012 - Saranno 15 i giudici che decideranno le sorti della nostra legge elettorale. Oggi, a partire dalle 9 e 30 di questa mattina, si sono riuniti per stabilire se il referendum abrogativo proposto dal Comitato guidato da Arturo Parisi e Andrea Morrone è ammissibile o meno.[MORE]
I giudici dovranno valutare anzitutto se la richiesta referendaria è ammissibile o meno, verificando le condizioni di chiarezza, omogeneità e non contradditorietà dei quesiti e anche la matrice unitaria della richiesta. Due i quesiti: il primo chiede l’abrogazione totale della legge elettorale ‘Calderoli’, che ha introdotto il sistema maggioritario con un forte premio di maggioranza e liste bloccate. Il secondo chiede invece di abrogare le modifiche introdotte dal cosiddetto ‘porcellum’ con l’obiettivo di lasciare intatte le norme del ‘Mattarellum’ che, ad avviso del Comitato promotore, potrebbero rivivere. Il giudizio, come da prassi, avverrà in camera di consiglio.
Mentre si aspetta il verdetto, che potrebbe arrivare nella stessa giornata di oggi o slittare a giovedì mattina, si vocifera della bocciatura del referendum. Non mancano le reazioni dei politici come Antonio Di Pietro, uno dei sostenitori del quesito, che ha dichiarato: "Aspettiamo le decisioni della Consulta ma l'idea che alcuni partiti e alcuni organi di informazione dicano che sarà bocciato ci preoccupa perché vuol dire che qualcuno cerca di tramare contro, un tentativo di buttare in polemica valutazioni prettamente tecnico-costituzionali. L'idea di non permettere ai cittadini di esprimersi con il referendum è un attentato alla democrazia".
Aperture da parte del Pdl: "Il Pdl sottolinea la necessità di modificare in ogni caso l'attuale legge elettorale al fine di restituire, ai cittadini, il diritto di scegliere i propri candidati" dice il segretario Angelino Alfano.
"In quelle firme c'è il nostro sudore, più di quello di tanti altri" commenta invece il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, replicando così, alle accuse rivolte a una parte del Pd - anche da parte dell'idv - di voler condizionare la decisione della consulta. "A noi non farebbe certo piacere - continua Bersani - che una mobilitazione finisse in un diniego. C'è comunque un problema da dirimere, ci affidiamo alle forze costituzionali che decideranno in piena autonomia. In un caso o nell'altro non cambia la questione: bisogna superare una legge impotabile e inaccettabile, predisporre una riforma della legge elettorale con cui i cittadini abbiano la realtà effettiva di poter scegliere il loro rappresentante. Questo è il punto principale".
Anche i cittadini si mobilitano in favore del referendum. Oggi alle le 18, davanti alla sede della Corte Costituzionale a Roma si terrà una fiaccolata pro-referendum. L'iniziativa toccherà anche Torino, in Piazza Castello dalle 20 alle 23. "Come Articolo 21, Libertà e Giustizia, Move On Italia e Popolo Viola - scrive sul suo blog Gianfranco Mascia - abbiamo promosso una fiaccolata per la democrazia. Oltre 1 milione e duecentomila persone hanno firmato in un solo mese e mezzo il referendum per cambiare la legge elettorale".
Marika Di Cristina